sabato 17 aprile 2010

CONSTATAZIONI SOGGETTIVE

Serata Bertoli, quando qualcosa mi da fastidio mi rifugio in due o tre cantautori facendo drizzare le orecchie al cane che dopo un paio di mugolii si sdraia a palle all’aria sulle poltrone e parlare in sardo mio marito, che dopo una serie di epiteti conclude con un “su scorru i sa jaja sua, ma si rifugia in cucina e trova un contenitore sportivo che lo intossica, esattamente come io vengo intossicata dalla politica.

 

Musica a palla e pensieri in libertà, già, la libertà di essere, di pensare e nei limiti della libertà altrui, fare.

 

Mi dico sempre che noi popolo della rete, salvo pochi casi, siamo quelli che hanno un reddito fisso, che sia stipendio o pensione,  abbiamo i piedi al caldo e per quanto ci battiamo per questa o quella parte, pur modificando i nostri consumi, siamo una parte di quelli che arrivano alla fine del mese, comprano libri, partecipano a dibattiti e contribuiscono a mantenere in piedi il sistema Paese.

 

Ma c’è qualcosa che mi disturba, il corto circuito che da qualche anno pare attraversare l’Italia, sempre più velocemente e sempre con argomenti diversi, fino a raggiungere una specie di parossismo sfociante in una forma di schizofrenia collettiva.

 

Si può avere una idea diversa da un’altra persona e andare a mangiare tranquillamente assieme, a me capita, siamo un gruppo di amici che rappresentano l’intero arco costituzionale passato e presente e una vasta gamma di provenienza, non solo regionale, ma di Nazioni, nessuno di noi si sogna di dire “sporco comunista” o “lercio fascista”, peggio ancora, sporco negro o muso giallo, è lontano da noi, da nostro modo di essere menti pensanti.

 

Eppure se mi soffermo sui contenitori di approfondimento, questi insulti volano come aeroplanini di carta in un giorno di gara, con indifferenza e leggerezza.

 

Metto a fuoco cos’è che mi disturba, la sensazione del “déjà vu”, ma con una sostanziale differenza, il “vissuto” aveva punti di arrivo fermi, sia che si fosse a favore o contrari, soggetti specifici e programmi reali da attuare, il “presente” ha qualcosa di aleatorio, volatile e impalpabile, sia che si sia a favore o contrari.

 

Torno alla mia solita maniera di ragionare e stabilisco che tutto quello che viene detto e scritto serve solo a distrarre la massa da quanto si legifera.

 

Già, la massa, ho seguito un pezzo di trasmissione su LA7, il tema, la TAV, sorvolo sul reportage, sono contraria alla TAV per mille ragioni, la penso come Marco Cedolin, un mondo che cresce in maniera geometrica non può che correre verso la terza e definitiva guerra mondiale, il semplice binomio

 Terre emerse e risorse non sta al numero delle bocche da sfamare.

 Sarà fisiologico aggredire i paesi meno sviluppati e depredarli del suolo per produrre cibo, la Cina e l’Inghilterra lo stanno facendo in Africa, noi non siamo da meno, ma ne ho già parlato.

 Dicevo del reportage, tra le altre cose hanno intervistato i rappresentanti della “massa”, non l’uomo qualunque scolarizzato che vota per comodo, sbilanciando il voto ora da una parte e ora dall’altra, l’altro, quello che dice che i NO-TAV sono dei rompicoglioni che stanno impedendo a loro, disoccupati di lungo corso, di sfruttare l’opportunità di lavoro che il progetto dell’alta velocità per il trasporto merci offre.

 La massa che non ha una qualifica, che parla un italiano intercalato da dialetto, moccoli e bestemmie, quella che non si cura di sapere chi governa, ma esige che chi governa gli dia da mangiare, attraverso il lavoro o gli ammortizzatori sociali non importa, destra o sinistra per lei pari sono, la massa che, se trova un capro espiatorio alla recessione (di questo si tratta, inutile continuare a vestirla di carnevale chiamandola crisi) è pronta al linciaggio, la massa che non si cura di sapere se quell’opera è utile o meno, la  massa capisce solo che i NO-TAV stanno ostacolando per lei, una opportunità di reddito.

La massa non si pone la fatidica domanda

 Quando avranno finito quell’opera, la gente della valle che dovrà sloggiare a causa degli espropri, che fine farà? E l’opera in se, a chi servirà se la valle si spopola?

 Trovo giusto battersi per restare a casa propria, ho guardato quelle facce appartenenti alla massa e mi sono chiesta:

 “quanto ci vuole affinchè la massa che ha un unico motto “si lavora e si fatica per la pancia e per la fica” si estingua”?

 Sono tornata alla mia musica, il pesce lesso in salsa verde ha quasi smesso di rompere le gonadi con la RU486, a me vengono in mente le battaglie per la 194 e…mitico Pierangelo, metto il CD con la canzone simbolo,

mi godo la poesia musicata mentre Bobo va a uggiolare a Maurizio che forse è il caso di andare a fare una passeggiata, giubbino, guinzaglio…viaaaa, posso alzare un pochino il volume, mi va di sedere che la mia vicina usa gli apparecchi  acustici.

 

CERTI MOMENTI

 

Anna che hai scavalcato le montagne

 e hai preso a pugni le tue tradizioni
lo so che non è facile il tuo giorno

ma il tuo pensiero è fatto di ragioni


i padri han biasimato la tua azione
la chiesa ti ha bollato d'eresia
il cambiamento impone la reazione
e adesso sei il nemico e così sia


Credo che in certi momenti

il cervello non sa più pensare
e corre in rifugi da pazzi e non vuole tornare
poi cado coi piedi per terra

e scoppiano folgore e tuono
non credo alla vita pacifica non credo al perdono


Adesso quando i medici di turno

rifiuteranno di esserti d'aiuto
perchè venne un polacco ad insegnargli
che è più cristiano imporsi col rifiuto


pretenderanno che tu torni indietro
e ti costringeranno a partorire
per poi chiamarlo figlio della colpa
e tu una Maddalena da pentire


Credo che in certi momenti

il cervello non sa più pensare
e corre in rifugi da pazzi e non vuole tornare
poi cado coi piedi per terra

e scoppiano folgore e tuono
non credo alla vita pacifica non credo al perdono

 
Volevo dedicarti quattro righe

per quanto può valere una canzone
credo che tu abbia fatto qualche cosa

anche se questa è solo un'opinione

 
che lascerà il tuo segno nella vita

e i poveri bigotti reazionari
dovranno fare senza peccatrici

saranno senza scopi umanitari

 
Credo che in certi momenti

il cervello non sa più pensare
e corre in rifugi da pazzi e non vuole tornare
poi cado coi piedi per terra

e scoppiano folgore e tuono
non credo alla vita pacifica non credo al perdono

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