domenica 17 ottobre 2010

CADRA’ IL BURATTINAIO…

…che gli reggeva i fili, senza chi spara ordini, incapaci di pensare, non troveranno più, davanti a chi strisciare.

Ho visto nei miei sogni un tempo d’oro

dove la vita si misura col lavoro

dove pensare è un facile momento

dove ti senti libero di fuori e di dentro.

Sacconi e Maroni devono avere la ghiandola epatica frantumata quanto le nostre nocciole sfarinate dai loro vomiti verbali, sono solo “impudici profeti di terrore”.

Ministro sacconi, non scordi che lei ha spacciato per pandemia una legenda metropolitana e sua moglie lavora in una holding farmaceutica.

Ministro maroni, dopo la guerriglia di Genova, farebbe bene a starsene zitto, la sua palla di vetro da dove trae i suoi vaticinii deve essere sporca, sopra c’è il sangue dei disgraziati mitragliati dal suo amico libico…si, il cammelliere.

Ieri seguivo la manifestazione della FIOM a Roma e mi dicevo che in quei due serpentoni non c’erano solo gli iscritti a quel sindacato, la dentro c’erano tutti i lavoratori, ex lavoratori, precari, disoccupati o prossimi ad esserlo, studenti di ogni ordine e grado, pensionati, braccianti e genitori preoccupati per il futuro dei figli, intellettuali solidali, docenti, impiegati, politici e politicanti, ma c’erano in numero mastodontico, uomini e donne che si sono stancati di indossare un cappello politico caduto dall’alto delle segreterie dei sindacati confederati.

C’era la gente che vuole il sindacato sganciato dalla politica in quanto:

tra un metalmeccanico ateo e un metalmeccanico cattolico/ cristiano/ buddista/ islamico/taoista e chi più ne ha, più ne metta…

tra un metalmeccanico comunista e un metalmeccanico democristiano, pdiellino, leghista, forzista, missino, pdiessino, e metteteci dentro tutti i partiti e movimenti che volete,

non esiste differenza, metalmeccanico è, con tutti i problemi che la categoria sta affrontando.

Le “ideologie politiche e religiose” sono solo contorno che ognuno con cervello funzionante dovrebbe lasciare a casa, pena la frantumazione della forza numerica della categoria al tavolo delle trattative.

Vale per tutte le categorie di lavoratori, non solo per le “tute blu”, vale per tutti i segretari dei sindacati confederati, tranne uno che dall’alto della sua pochezza ancora oggi ha “vomitato la sua”, non scrivo chi è, penso lo abbiate individuato.  

Seguivo la manifestazione e mi dicevo che per me era un film già visto, era già accaduto, stesse condizioni oppressive, stessi spauracchi ventilati dalla classe politica e industriale, stesso averne le scatole piene delle “arringhe di parte…loro”…ieri mi sono detta:

 “forse finalmente riusciamo a passare il testimone dell’unità della classe lavoratrice indipendente dal dio in cui crede e della croce che appone sulla scheda elettorale, se questo succede, forse il sole dell’avvenire per le nuove generazioni non tramonterà”. 

Seguivo la manifestazione e vedevo la mia storia politica/sindacale/sociale.

 Stralcio dal blog http://anni70.cielilimpidi.com/cronologia-1969/ 

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sabato 1 novembre 1969

Cominciano le pubblicazioni di  «Lotta Continua», settimanale dell’omonimo movimento, con uno dei tre numeri unici che anticipano l’uscita del primo numero del 22 novembre. Da questa data il giornale uscirà con cadenza settimanale, talvolta ritardata da intoppi organizzativi. Il primo direttore è Piergiorgio Bellocchio. Esce con una tiratura di 65.000 copie. Si propone di saldare le lotte operaie con quelle dei tecnici, degli studenti, dei proletari più in generale, in una prospettiva rivoluzionaria. L’impatto dell’avvento della nuova testata è notevole, soprattutto per la rilevanza dei contenuti, innovativi rispetto alla natura dei tradizionali fogli ‘operaisti’. La scelta di una veste grafica vivace (il giornale viene stampato in due colori e pubblica abbondante materiale fotografico) e di un linguaggio per nulla dottrinario è determinata dalla necessità di risultare leggibile all’interlocutore principale del giornale, l’”operaio-massa”, ma anche agli studenti, alle massaie, ai braccianti. In questo senso “Lotta continua” si pone su una linea di rottura con tutta la tradizione della stampa politica, in sintonia con l’originalità dell’organizzazione che si articola attorno al giornale. 

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E si, se tutti parlano del 1968 come inizio, pochi sanno che in Italia i veri fermenti del binomio studenti/lavoratori sono esplosi nel 1969 e via via hanno portato a quel capolavoro che è la legge 300. 

C’ero, ero e resto parte attiva di un movimento odiato dall’intero arco costituzionale dell’epoca proprio perché, rappresentavamo tutti i colori e i credi, ma credi e colori venivano lasciati a casa in quanto avevamo un fine comune e posso dire che senza quell’unione di intenti che tutti portavamo avanti, partendo dalla triplice sindacale unita come mai più nel futuro, LO STATUTO DEI LAVORATORI non sarebbe mai nato.  

Ieri seguivo la manifestazione e canticchiavo 

“peccato che il tempo sia stato fissato da loro, invece che nascere prima dal nostro lavoro…

“…ma stacca dal chiodo il tuo pezzo di sano potere, se il tempo è fissato da loro non stare a sedere…

 Va beh, la risposto, ma il testo cercatelo, titolo “non vincono” ;-))

 

…e ficchiamocelo nelle teste una volta per tutte, noi uniti possiamo dire:

 

 …non vincono, non vinceranno, non hanno domani, la forza sta nel puntello impugnato da oneste, fortissime mani…

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