martedì 14 settembre 2010

PROCURADE E MODERARE…

 …barones sa tirannia

Chi si no, pro vida mia,

torrades a pés in terra

 Lo avevano detto e lo hanno fatto, sono arrivati a Cagliari portandosi appresso non solo qualche esemplare appena nato, ma i mezzi di trasporto che usano nelle campagne, asini, muli e cavalli, ma sono sicura che Mr Cappellacci deve essersi andato a nascondere per evitare l’ennesima figura di guano con i suoi corregionali.

 La storia dell'Isola, se accantoniamo la parte originaria Nuragica della quale si sa poco e  quella  Fenicia/Punica  Romana, è una storia fatta di prevaricazioni, colonizzazioni forzate e stereotipi che continuano ad essere alimentati ancora oggi ad arte.

 Non è distante il tempo in cui si minacciava il personale di “trasferirlo in Sardegna” per punizione, come non è distante il tempo in un cui un principe sbarcò in Gallura contribuendo a deturpare con colate di cemento la parte nord dell’Isola, storia che sta ripetendosi nella parte sud.

 E’ una storia di colonia penale di massima sicurezza che oggi ospita i cassintegrati del vinile, la storia di servitù militari che hanno rapinato territori, militari con un solo scopo, giocare alla guerra sparando dal mare.

 E’ la storia di bambini che agli albori del 1900 venivano mandati in miniera assieme ai padri a scavare carbone, di bambine che arrotolavano i candelotti di dinamite da usare nelle miniere di Carbonia, storie che raramente vengono illustrate, si preferisce parlare dello splendido mare, dei cibi dal sapore definito, dei panorami mozzafiato, insomma, si esalta l’Isola ma si ignorano gli Isolani.

 Da un paio di mesi “il continente” si è accorto di avere i pastori Sardi, il primo salito agli onori della cronaca l’ha spuntata sul califfo per la proprietà di un terreno adibito a pascolo, gli altri per aver messo in chiaro che lavorare 365 giorni l’anno e mungere pecore anche due volte al giorno deve avere un ritorno economico, se chi deve sentire continua a fare il sordo, il rischio è che si ripetano le rivolte del 1794, le ragioni di quelle rivolte sono riportate in questa ballata di Francesco Ignazio Mannu, scritta nel 1794 e definita “la Marsigliese Sarda”.

Tra le varie voci preferisco questa di PIERO MARRAS e GIOVANNA CHERCHI… anche Francesco Guccini l’ha cantata, ma non ho trovato il video in rete, questo testo affascina per la terminologia usata, bella ed elegante seppur satura di rabbia e minacce di attacchi che poi si sono verificati.

 

Baroni , cercate di moderare la vostra tirannia,
Altrimenti, a costo della mia vita,
tornerete nella polvere (per terra),
La guerra contro la prepotenza
è stata già dichiarata
e nel popolo la pazienza
inizia a mancare

State attenti perché contro di voi
si sta levando il fuoco,
Attenti perché non è un gioco,
se questo inizia per davvero
Guardate che le nubi
preannunciano il temporale
Gente consigliata male
ascoltate la mia voce

Non continuate ad usare lo sprone
sul povero ronzino,
o in mezzo al cammino
si ribellerà imbizzarrito;
è così stanco e malandato
da non poterne più,
e finalmente dovrà rovesciare
il basto e il cavaliere.

Il popolo sardo
che era caduto in un profondo letargo
Finalmente anche se disperato
si accorge di essere schiavo
Sente che sta soffrendo
solo a causa dell'antica indolenza
Feudo, legge nemica
di ogni buona filosofia!

...

Questa, o popolo sardo,
è l'ora di eliminare gli abusi
Abbasso le abitudini nefaste,
contro ogni dispotismo
Guerra, guerra all'egoismo
e guerra agli oppressori
È importante che questi piccoli tiranni
vengano vinti.