lunedì 22 novembre 2010

IN QUEL TROIAIO …

…frequentato da buffoni e peripatetiche, paranoici e ammalati di nostalgia, psicotici e affetti dalla “Triade Oscura” osannati dalla massa amorfa, non so più se si può dire che si sia toccato il fondo, che sia  finita. 

Credo che, gli ultimi aggettivi qualificativi che si devono scambiare in maniera specifica e senza usare sinonimi dialettali in quel troiaio che chiamano parlamento siano: “cornuto, magnaccia e puttana”. 

Le aggressioni condite di sberle le abbiamo viste, gli sputi idem, il pic nic rustico a base di mortadella c’è stato, le finezze verbali non si contano, le coltellate virtuali scorrono, non mi stupirei di vedere quelle reali stile “cavalleria rusticana”. 

E si, un paese a due realtà, da una parte un migliaio di esseri indefiniti e indefinibili per idee e appartenenza politica, dall’altro il paese reale che sta esalando l’ultimo respiro della ragione, un paese che non capisce che se non si fa fronte comune per mandarli tutti a casa ci sotterreranno in senso reale. 

Cosa ci manca per chiudere il cerchio? 

Credo che ci manchi solo l’astrologo come capo del governo, poi, la nomea di paese ricottaro, avrà ragione d’essere. 

L’astrologo mi è venuto in mente ascoltando una canzone del mio cantautore preferito, un passaggio maligno che recita: 

…perché un giorno il potere sfumò

mentre un tempo con gesto da niente,

risolvevano con un falò. 

Come si possono definire i signori che da mesi arringano di “cambiamenti, svolte, soluzioni, corsie ritte”, mai che un camion a rimorchio gli sbarri la strada in maniera definitiva.

Diciamo che sono un paio di giorni che tra me e l’amica di tastiera Wally facciamo pensieri pre-natalizi, lei metterebbe la "luoisette” davanti al parlamento 

http://wally-giana.myblog.it/archive/2010/11/21/e-che-fine-fece-la-louisette.html 

io darei fuoco al parlamento, tanto, per quel che serve, le decisioni si prendono negli studi televisi o nel salotto del capobanda.

Torno ad ascoltare musica che è meglio, imparerò a creare un video, su questa ci sarebbe stato da divertirsi.

Campi di zingari con sfere che predicono il futuro
esseri timidi che cercano qualcosa di sicuro
che ripagano a pronti contanti

false lettere dall'aldilà
e decidono cose importanti

che la mano gli confermerà


Schiere di giudici s'affidano a stregoni stravaganti
noti chirurghi che ricorrono a diagnosi negromanti
Se innocente finisci in galera

è una zingara che giudicò
e magari una vecchia megera

ha deciso chi ti operò


Buffi politici che credono nel mazzo delle carte
Chiedono tremuli se fare un sacrificio a Giove o Marte
pronti a svendere qualche stalliere

o anche fette dell'Umanità
per qualcosa che possa servire

a lasciarli dove sono già


Cori di amanti si circondano di filtri misteriosi
corpi ormai logori s'abbuffano di cibi velenosi
mentre sorge dal fondo dei secoli

qualche dio che da la virilità
tutto un mondo che crede agli oracoli

s'incorona di imbecillità


Gente incredibile ti guarda dalle foto sui giornali
giurano d'essere discesi dagli spazi siderali
oggi il clero rimane impotente

perché un giorno il potere sfumò
mentre un tempo con gesto da niente

risolvevano con un falò


Giovani reclute attente ai mutamenti del mercato
comprano e vendono denaro nel momento divinato
mentre un mare di piccoli sforzi

si dichiara sconfitto di già
una storia di corsi e ricorsi

premia Giuda che la bacerà.