domenica 16 gennaio 2011

PD KO DA 46%

 I campionati di calcio dilettantistici sono fermi, la temperatura per i miei gusti è polare, gironzolo per la rete, l’argomento principe è sempre uno, Mirafiori.

Noi che viviamo a Torino sappiamo che questo “vittorioso ricatto” avrà ripercussioni nella politica della città.

Lo sanno anche i componenti della giunta comunale uscente, hanno perso una buona occasione di stare zitti prima del 46% dei NO, si stanno ripetendo ora.

Ho cercato tra le pagine della stampa locale una qualche analisi del risultato, niente, silenzio tombale, è tutto un “grido di vittoria del SI” e poi c’è il raglio stridulo di sacconi che chiude a una richiesta di Landini per riaprire il tavolo delle trattative e spazzare via le parti incostituzionali delle “regole dello schiavismo”.

Tranquillo “sor ministro”, domani non sarà la FIOM a doversi mangiare le mani, lei e i suoi padroni avete vinto un primo round, strano però, voi tutti fautori del SI avete vinto, però al suono del gong avevate e avete le facce di chi ha subito una serie di IPPERCUT da KO... un 46% calato dritto al fegato...deve fare un male boia.

In un trafiletto de La Stampa, da leggere con l’aiuto di un microscopio a scansione elettronica inserendo “ingrandimento x 500” leggo:

PD...con Airaudo nessuno accordo

La mia risata scatta sonora, porca miseria, possibile che siano così ottusi da non capire che spararle grosse non li rende più simpatici, li rende solo ridicoli.

Ma come, dopo che vi siete schierati apertamente per la creazione di “un campo di concetramento” pensate che, nel caso Airaudo accettasse di candidarsi a futuro sindaco di Torino...NOI accetteremmo accordi con VOI?

Cari compagni dell’altra sponda, siete saliti su un treno che non ha una stazione di arrivo, c’era, l’ha demolita “Veltroni l’africano”, sotto quelle macerie, ironia della sorte, c’è rimasto lui e molti di voi, sotto quelle macerie ci siete e ci restate, la sotto non c’è niente salvare.

Ho ricevuto una e-mail da MicroMega

Dopo Mirafiori
Un sindaco Fiom per Torino
di Paolo Flores d'Arcais
"Se le opposizioni riconosceranno nella Fiom la punta di diamante dell’Italia che può risorgere dalle macerie cui l’ha ridotta il berlusconismo, la 'vittoria' più che dimezzata di Marchionne potrebbe inaugurare la caporetto anche di Berlusconi".

ANGELO D'ORSI Dalla resistenza degli operai Fiat la speranza per un'altra Italia
RITA BORSELLINO
Sto con la Fiom. Ammiro la scelta di libertà di chi ha votato no
GIUSEPPE GIULIETTI
La ribellione della dignità

GIACOMO RUSSO SPENA Il coraggio di dire no. Da Mirafiori lezione per la sinistra
DON FIOCCHI
Le persone e il lavoro prima del capitale. Solidarietà alla Fiom

Fassino, provo un gusto sadico nel dire che ci stiamo muovendo per non vederla futuro sindaco di Torino, c’è una pletora di giovani la fuori che merita la nostra attenzione, li stiamo sezionando, se Airaudo non accetta la candidatura non siamo vedovi, abbiamo l’imbarazzo della scelta.

Bene, posso ascoltare e far ascoltare un altro “manifesto” scritto 34 anni fa e modernissimo, un grazie gigante a Ermi per il video.

Orribili minacce, ricatti di paura
Gli spettri della fame mostrano al figura
Serpenti di terrore, spasimi ancestrali
Dall'interesse sgorgano i vecchi e i nuovi mali
Vuoti concetti mistici che aspettano le sere
Orde di false regole, feroci come fiere,

rimbalzano alle orecchie, incidono il cervello
Confondono la morte, col canto di un uccello
Ho visto nei miei sogni un tempo d'oro

dove la vita si misura col lavoro
Dove pensare è un facile momento,

dove tu vivi libero di fuori e di dentro
urla di nuove vittime, nei tempi e nelle scuole

massacri di innocenza compiuti con parole
ammorbano la luce, falsificano i sensi,

riempiono gli stomaci con fate e con incensi
cadono sulle genti oceani di fuoco
colmano di miserie la notte, il giorno e il vuoto
fremono di egoismo seguaci dell'orrore,

impudici profeti dell'ora del dolore
ho visto nei miei sogni un tempo d'oro

dove la vita si misura col lavoro
Dove pensare è un facile momento,

dove tu vivi libero di fuori e di dentro
Che ne sarà dei servi i nuovi pretoriani
Il giorno che dovranno a nascondere le mani
Che gocciolano sangue e sparano il cannone
Le loro sporche mani che servono il padrone
Un giorno canteranno milioni di fucili,

cadrà il burattinaio che gli teneva i fili
Senza chi spara ordini incapaci di pensare
Non troveranno più davanti a chi strisciare
ho visto nei miei sogni un tempo d'oro

dove la vita si misura col lavoro
Dove pensare è un facile momento,

dove tu vivi libero di fuori e di dentro

 

Questa sotto per me rappresenta Torino, l’avevo chiesta all’amico vignettista

 

Luigi Alfieri

 

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http://vadelfio.splinder.com/

 

Direte...che c’entra con il post...c’entra, c’entra, è il mio personale saluto ai “compagni” dell’altra sponda e a tutti coloro che già si vedevano nelle vesti di novelli “padroni delle ferriere”.

 

E dopo le parole di Enrico Letta che somiglia sempre più a suo zio Gianni, fisicamente e mentalmente, al PD dedico questo splendore di

 

MAX  PALAZZO

 

ItaliaInfo PALAZZO.jpg

 

http://max-fraparentesi.blogspot.com/

 

 

Ancora un paio di “costruttive elucubrazioni veltroniane” e ci togliamo la palla dai piedi.