martedì 5 marzo 2013

QUAQUARAQUA’

 

Dopo aver letto questo articolo

 

http://www.blitzquotidiano.it/politica-italiana/beppe-grillo-benito-mussolini-analogie-2013-quel-1922-1490356/

 

ho pensato a Gianbattista Vico “I corsi e ricorsi storici”, se solo il re gli avesse sparato nelle chiappe, ma il re gli diede le chiavi del parlamento, esattamente come le sta chiedendo il comico a Napolitano.

 

Poi sono andata a leggere il “pensiero” della capogruppo alla camera per il movimento e mi sono detta che stiamo passando non al meno peggio, ma nello stagno delle papere starnazzanti.

 

La “signora” parla di contestualizzare, farlo equivarrebbe a emulare il signor Bertone quando giustificò la bestemmia del nano “contestualizzandola”

 

Se andiamo a vedere, una delle “penne che sponsorizza il buffone” è quello che mostra la schiena dritta a sinistra e le ginocchia piegate davanti a un pericoloso fenomeno da baraccone.

 

Se persino Dagospia che non si può dire nutra simpatie per il centro o la sinistra li mostra così

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significa che questi tacciono non per ordine del capocomico, ma per non mostrare quale “fulgido pensiero e fine si sono prefissati”…della serie, purga per tutti.

 

Li sto aspettando al varco, ma ho la netta sensazione che saremo in tanti a pensare ai quaquaraquà di Leonardo Sciascia,

 

“… e quella che diciamo l’umanità, e ci riempiamo la bocca a dire umanità, bella parola piena di vento, la divido in cinque categorie: gli uomini, i mezz’uomini, gli ominicchi, i (con rispetto parlando) pigliainculo e i quaquaraquà.

Pochissimi gli uomini; i mezz’uomini pochi, che mi contenterei l’umanità si fermasse ai mezz’uomini.

E invece no, scende ancora più giù, agli ominicchi: che sono come i bambini che si credono grandi, scimmie che fanno le stesse mosse dei grandi.

E ancora più in giù: i pigliainculo, che vanno diventando un esercito.

E infine i quaquaraquà: che dovrebbero vivere con le anatre nelle pozzanghere, ché la loro vita non ha più senso e più espressione di quella delle anatre.”
[Il giorno della civetta (L. Sciascia)]

 

E mentre aspetto che i quaquaraquà in camicia nera facciano il loro ingresso nelle aule, penso a quel proverbio

 

LE STRADE DELL’INFERNO SONO TUTTE LASTRICATE DI BUONE INTENZIONI.

 

Torno ad ascoltare musica, questa calza a pennello a questi “coerenti per non più di 5 minuti”...spiegano il logo.

 

Se questi sono il presente, non oso pensare a cosa sarà il futuro, se mai ne avremo uno.

 

In un mattino tiepido mi siederò in un prato
E tornerò giorno per giorno nel passato
E solcherò le rapide della mia fantasia,
dei giorni di poesia

E sarò consapevole che la mia testa strana
sognava un mondo senza figli di puttana

Un mondo senza deboli con essere pensanti
Padroni della vita, un mondo senza santi

Spenderò attentamente la mia sincerità
Parlerò di rivolta con caparbietà
Seguirò, traccerò un sentiero ovunque sia
Una strada forse buia, forse, ma mia


Supino lungo un argine ricorderò gli amici
E quanto fossimo distanti dai nemici
Per poi trovarci fragili ai trucchi dei bugiardi

Davanti ai disonesti, ai moralisti e ai ladri


Ma poi le cose cambiano e tutto lascia il segno
E impari l'arte del cinismo e del contegno
E credi di essere libero, diverso tra gli eguali
Che il mondo ha un'altra faccia da sotto i tuoi stivali


Spenderò attentamente la mia sincerità
Parlerò di rivolta con caparbietà
Seguirò, traccerò un sentiero ovunque sia
Una strada forse buia, forse, ma mia


Sì, sono stato giovane e privo di esperienza
E ho amato molto la parola intelligenza
Capace di una favola dove una vita vale
In termini di vita e non di capitale


Il tempo non è un giudice, non è nemmeno onesto
È solo un modo per finirla troppo presto
Ognuno vive attimi che cerca di fermare
Con reti di egoismo in un immenso mare


Spenderò attentamente la mia sincerità
Parlerò di rivolta con caparbietà
Seguirò, traccerò un sentiero ovunque sia
Una strada forse buia, forse, ma mia.