domenica 30 gennaio 2011

“EVERSORE E DISTURBATO”

Domenica all’insegna della neve, del blocco automobilistico a causa delle polveri sottili e della lettura, alle 12.00 ho acceso il tubo catodico per il TG3 e via via mi sono spostata per seguire altri TG, per approdare all’Annunziata con il suo “In mezz’ora”, ospite “baffino”.

Man mano che “baffino”  spiegava ai “comuni mortali” le sue visioni condivise dalla conduttrice, sentivo l’adrenalina scattare, quando ha finito il suo discorso Pilatesco sono volata verso la tastiera, nelle mie intenzioni c’era di proporre un link tratto da “Il fatto quotidiano”, ma dopo che Ponzio Pilato baffino ha parlato dei Magistrati ci ho ripensato, non tutti aprono i link, ho copiato e incollato il pezzo così com’è, compresa l’introduzione della redazione.

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La provocazione di Pasquale Profiti, magistrato “eversore e disturbato”

 

Pubblichiamo l'intervento del presidente dell'Associazione nazionale dei magistrati del Trentino Alto Adige all'inaugurazione dell'anno giudiziario 2011

 

Sono un magistrato italiano ed oggi rappresento molti altri magistrati, come me.

 

A nome mio ed a nome loro, oggi, finalmente, confessiamo.

 

Confessiamo di essere effettivamente degli eversori, come qualcuno ritiene. Applichiamo, infatti, le regole della nostra Costituzione e delle nostre leggi con la stessa imparzialità ed impegno agli immigrati clandestini ed ai potenti, agli emarginati ed a coloro che gestiscono le leve della finanza, della politica, dell’informazione. E’ vero, siamo degli eversori perché, insieme a CALAMANDREI, riteniamo la Costituzione e la Corte Costituzionale una “garanzia con cui il singolo è messo in grado di difendere il suo diritto contro gli attentati dello stesso legislatore o del governo”. Questo, oggi, vuol dire essere eversori.

 

Confessiamo di essere veramente, come è stato sostenuto, disturbati mentali, perché solo chi è tale continua a credere nel servizio giustizia, quando non sai se il giorno dopo ci sarà qualcuno che presterà assistenza al tuo computer, quando vedi che gli indispensabili collaboratori che vanno in pensione non sono  sostituiti, quando per poter lavorare condividi stanze anguste con colleghi o assistenti, quando in ferie scrivi sentenze o prepari provvedimenti, quando, nonostante ciò, sei accusato di protagonismo e di perder tempo in conferenze o convegni.

 

Confessiamo di non poter sempre soddisfare l’opinione pubblica se la Costituzione e le leggi ce lo vietano,  perché assolviamo chi riteniamo innocente anche se ciò non porta consensi,  condanniamo chi riteniamo colpevole sulla base della rigorosa valutazione delle prove anche quando i sondaggi, veri o falsi che siano, non ci confortano, e valutiamo la responsabilità dei singoli anche quando chi governa  vorrebbe una risposta dura, anche a scapito del singolo, a fenomeni di violenza collettiva.

 

Confessiamo, è vero, di sovvertire il voto degli italiani perché avendo giurato sulla Costituzione Repubblicana,  riteniamo, con Einaudi, che quella Costituzione imponga  ai magistrati di utilizzare i freni che “hanno per iscopo di limitare la libertà di legiferare e di operare dei ceti politici governanti, scelti dalla maggioranza degli elettori. Quei freni che “tutelano la maggioranza contro la tirannia di chi altrimenti agirebbe in suo nome”, quei freni che impongono la disapplicazione delle leggi in contrasto con le norme europee o l’incostituzionalità quando violano norme di diritto internazionale.

 

Confessiamo di essere politicizzati e non vogliamo essere apolitici come dichiaravano di esserlo la maggioranza dei magistrati fascisti o i magistrati iscritti alla P2 o i magistrati che per avere qualche posto direttivo o semidirettivo si appoggiano a potenti o faccendieri di turno, frequentano salotti buoni, fanno la telefonata agli amici o utilizzano il loro ruolo per avere sconti, gadget, ingressi o servizi gratuiti. Siamo politicizzati e vogliamo esserlo perché applichiamo la legge con il giusto rigore anche a chi governa, a chi potrebbe favorirci, consapevoli che saremmo apolitici solo se non disturbassimo le classi dirigenti, le élite al potere che vogliono essere al di sopra delle regole.

 

Confessiamo anche di fare proselitismo della nostra eversione, raccontando in Italia ed all’estero le ragioni della nostra autonomia e della nostra indipendenza, i motivi per cui riteniamo che nel nostro paese, oggi più di ieri, quell’assetto costituzionale della magistratura sia essenziale per evitare che gli interessi di parte prevalgano sempre e comunque sugli interessi della collettività, perché l’Italia non possa permettersi un diverso assetto della magistratura quando tra i suoi rappresentanti in Parlamento o negli enti locali siedono condannati per reati gravissimi e la giustizia sia terreno di aggressioni inimmaginabili per gli altri paesi democratici.

 

Confessiamo, una volta per tutte, di essere toghe rosse; siamo rossi, rubando ancora una volta le parole a Piero CALAMANDREI, “perché sempre, tra le tante sofferenze che attendono il giudice giusto, vi è anche quella di sentirsi accusare, quando non è disposto a servire una fazione, di essere al servizio della fazione contraria”; siamo rossi anche se non sappiamo cosa ciò esattamente significhi, perché per noi il rosso è principalmente il sangue dei colleghi uccisi per il loro lavoro.

 

Confessiamo anche di avere dei correi, il personale amministrativo senza il quale non potremmo commettere da soli le nostro colpe; molti di loro condividono la nostra eversione ed i nostri disturbi mentali se è vero che accettano di svolgere lavori superiori alle loro mansioni ed al loro stipendio, condividono le nostre stesse stanze anguste, le nostre incertezze sul futuro dei progetti organizzativi ministeriali.

Ci spiace confessare che anche numerosi appartenenti alle forze dell’ordine, incredibilmente, ritengono, come noi, che nessuno sia sopra la legge e vedendoci lavorare quotidianamente si rendono conto che l’eversione di molti di noi è uguale alla loro: rendere alla collettività il servizio per il quale siamo pagati, senza concedere che qualcuno possa stare al di sopra delle regole.

 

Confessiamo, infine, che per noi il 29 gennaio è la data in cui ricordiamo Emilio Alessandrini, Pubblico Ministero a Milano che oggi, 32 anni fa, veniva ucciso dagli eversori, quelli veri, quelli che al posto della nostra arma, la Costituzione, utilizzavano le pistole. Mi piacerebbe, sig. Presidente, che al termine del mio intervento non vi fossero applausi, rituali o spontanei, formali o calorosi che siano, ma il silenzio, magari in piedi, dedicato al collega ucciso dai terroristi, affinché la sua memoria ci illumini oggi e, ancor di più, da domani.

 

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Condivido la loro eversione ed i loro disturbi mentali e dico:

 

 

Questa pagina, per chi decide di entrare in Magistratura, dovrebbe diventare unitamente alla Costituzione, quello che per i medici è il Giuramento di Ippocrate, va ben oltre il belato di Caselli “la misura è colma”, questa “confessione” è il manifesto della dignità che non si lascia calpestare.

 

 

Grazie Dottor Pasquale Profiti, grazie di avermi fatto sapere che esistono “eversori e disturbati” come me, mi sento meno sola.

 

 

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venerdì 28 gennaio 2011

CANTO 6°

Il ministro dei Beni Culturali l’ha sfangata, chi ha presentato la mozione di sfiducia si è scordato la data della discussione e del voto, 16 assenti e di questi solo 4 in missione, la sfiducia è stata respinta con 292 si, 314 no e due astenuti, il ministro dei Beni Culturali si è subito esibito in uno dei soliti pistolotti che (per me), necessitano di traduzione in senso logico, chissà se scriverà qualche sonetto sul tema.

C’è chi lo ha fatto, parafrasando un canto dell’inferno ha creato un capolavoro di satira.

Inferno Reloaded VI, 82-117 (il canto di Bondi)

dore_burning_tombs_dante WAXEN.jpg

by Waxen

IL CANTO DI BONDI

[...]

mi volsi e ‘l mio guardare non potette
mancare di posarsi su un figuro
dalle movenze sghembe ed imperfette.

Rideva, barcollando, contro un muro,
petando come un obice inceppato
zaffate di un aroma atroce e impuro.

“Chi sei?”, gli chiesi, accorto e spaventato.
Rispuosemi: “Son Sandro, e fui poeta,
frequentator di camera e senato,

e poi ministro, mistico ed asceta,
pel grande Silvio, pria che m’infartuassi.
Adesso vago, irriso e senza meta.

Ma tu chi sei, che avanzi a grandi passi?”.
“Mi chiamo Dante” – dissi – “o vermo informe,
ch’hai pascolato fiero in mezzo ai crassi.

Ma contravvieni, adesso, a quelle norme
che sono d’uso in quelle losche bande
che fanno stragi a colpi di riforme

e dimmi: che ti lega a queste lande?”.
Rispuosemi: “Onanismo è il mio peccato.
Un moncherino vanto come glande,

giàcché, sfregando, tutto ho consumato
quel poco che natura avea concesso.
Qualcuno, a volte, pure mi ha accusato

di darmi ad atti riguardanti il sesso
fra uomini, o animali, o anche entrambi;
ma non ricordo se sia mai successo:

si tratterebbe d’esseri assai strambi
per perpetrar con me tal fatti osceni.
Però, lo sai che c’è? due colpi a Bambi…”

Udendo tali verbi i miei surreni
lasciàro andar ‘sì tanta adrenalina
che corsi via volando, senza freni,

scalando in fuga l’erta più vicina,
per incontrar soggetti meno orrendi
e far tornar la comedìa “divina”.

http://www.waxen.it/

Blog consigliato nei casi di desiderio di fuga dalle solite notizie depressive.

mercoledì 26 gennaio 2011

LA BANDIERA…

…ITALIANA

 

Mi capita di leggere blog con articoli “pregnanti” di aggettivi come “Patria, onore, dovere…” leggo i giornali e penso alla canzone di Battiato “Povera Patria”.

 

Mentre il nostro Sindaco va in giro per l’Italia per invitare a visitare Torino, Maurizio Landini ha fatto un tour a Palazzo Nuovo per ringraziare gli operai che hanno votato NO e la parte di Torinesi che si è schierata con gli operai del NO

 

Penso al paradosso che sta diventando il 150° anniversario dell’Unità d’Italia, nel 1861 il mercenario nizzardo  massacrava i Siciliani e a Teano consegnava il ricco sud a un re del nord che nel giro di pochi anni ha fatto del sud terra bruciata.

 

E fu Unità d’Italia.

 

In questo 150° anniversario c’è una ministra del nord, ignorante quanto quel re, che ha deciso di cancellare le Facoltà Umanistiche e le Facoltà a sud di Roma dagli stanziamenti.

 

E sta diventando Frantumazione d’Italia.

 

Tralascio cosa ho pensato mentre leggevo la decisione della foca ammaestrata male, non vorrei cominciare a usare il turpiloquio come forma comunicativa ad oltranza, me ne sono andata a caccia della storia del tricolore, di seguito i risultati

 

1796 Cispadana

1796_Cispadana.png

1848 Bandiera Carlo Alberto

1848_bandieraCarloAlberto.png

1947 Bandiera Repubblica Italiana

bandiera-italiana-2-300x225.jpg

2011 Bandiera del 150° disegnata dal

 vignettista Francese

 

88333600 LA BANDIERA DEL 150°.jpg

Frederick Deligne Nice-Matin

 

E’ solo un assaggio di come ci vedono gli altri.

 

Poi sono andata a leggere il Buongiorno di Massimo Gramellini e come non essere d’accordo?

 

http://www.lastampa.it/_web/cmstp/tmplRubriche/editoriali/hrubrica.asp?ID_blog=41

 

 

lunedì 24 gennaio 2011

STACCATE IL MODEM…

 

…DI VELTRONI

E si, ha fondato un altro movimento e lo ha chiamato MODEM

Ieri sera discutevamo sul contenuto del discorso di UOLTER l’africano al Lingotto, la chiusura col botto (peraltro non nuovo) di escludere chi è troppo a sinistra del PD.

NON FAREMO ACCORDI CON I COMUNISTI

Nel 2008 proclamò: CORRO DA SOLO, abbiamo visto com’è finita.

Quando lui pronuncia I CARE…comincio ad avere gli incubi ad occhi aperti.

Leggere i giornali mi ha procurato una sorta di orticaria, Scalfari pare uno che ha fumato un cannone rinforzato e ne elogia il “grande ritorno”.

Ma porcaccia miseria, possibile che nessuno  ricorda la buffonata di UOLTER alla sentenza MILLS?

Dico, nel 2009 il capo del governo viene accusato di corruzione e chi si dimette?

Il capo dell’opposizione, ovvero, UOLTER l’africano e chi lo sostituisce?

Il chierichetto ex portaborse DC Franceschini.

Mi dico, abbiamo bisogno di serrare le fila, di fare quadrato attorno a quel che resta della società ancora capace di dire NO, capace di alzare la voce respingendo questo stato di puttanopoli e magnacciopoli spacciato per governo e classe dirigente, lui, incapace di mantenere una linea comportamentale per più di un paio di giorni dice MAI CON I COMUNISTI.

Abbiamo un parlamento che è ben descritto in questa immagine…

 

MAX PALAZZO

ItaliaInfo MAX PALAZZO.jpg

http://max-fraparentesi.blogspot.com/

…e lui lancia anatemi contro i comunisti, Scalfari lo esalta come novello Messia che porterà alla Resurrezione …ma di che e di chi?

Ma staccate la spina al Modem di questo individuo che a periodi alterni si affaccia nel mondo della politica, ne distrugge una buona parte e va a godersi i risultati pubblicando libri con la casa editrice della controparte, solo questo dovrebbe spingere a prenderlo a pomodori marci in faccia.

Leggo cercando una qualche voce se non contro, almeno più razionale…mi imbatto in Pierfranco Pellizzetti…

[[[…Sicché, quanto non capiscono Scalfari e gli stessi boss del Pd è che la rianimazione di questo ectoplasma di partito non la si ottiene con il rimescolamento delle solite carte; quando l’elettorato potenziale è arcistufo dell’intero mazzo, non ci sta più a farsi menare per il naso. In altre parole, la ragione della crisi di credibilità riguarda l’intero manico. A partire dal Pierluigi-COOP-Emiliane-Bersani e le sue vaghezze sulla piccola impresa, per proseguire con il re-Mida-alla-rovescia Massimo D’Alema e i suoi cinismi da arrampicatore sociale, arrivando al nipote d’arte Enrico Letta e ai suoi modi da chierichetto e concludendo con un rispettoso pensiero rivolto alle signore politicanti della compagine e il loro insopportabile birignao da nomenklatura; dalla Finocchiaro Anna alla Pinotti Roberta passando per la Turco Livia….--]

Il pezzo l’ho trovato magnifico, lucido e senza sconti a nessuno, questo il link

http://www.ilfattoquotidiano.it/2011/01/24/valter-don%e2%80%99t-care-please/88038/

 

…due miserie in un corpo solo…e sapete a chi mi riferisco...

 

giovedì 20 gennaio 2011

TROIE...E BASTA!!!

 

 

Mi sono tenuta alla larga da ogni fonte informativa dei fatti nostrani, ma dopo due giorni la crisi di astinenza è diventata insopportabile e man mano che scorrevo le pagine la rabbia saliva fino a esplodere in una constatazione:

 

Come diavolo si possono ignorare i problemi del paese e concentrare l’informazione solo su un vecchio porco danaroso e pruriginoso, amante di giochini erotici stile film spazzatura anni 60/70, due magnaccia che tuonano dal tubo catodico e una pletora di zoccole e troie?

 

Come si permette quella sottospecie di presidente del consiglio, di puntare il dito minaccioso urlando “punirò i PM”, hanno violato la Carta Costituzionale?

 

Come si permettono le troie che hanno gestito il bordello avendone in cambio un posto in politica di fare la morale a quella parte di popolazione che le chiama per mestiere...“puttane” ?

 

Dopo aver letto che la puttana ex minorenne aiutata da uno che dirige un settimanale monnezza è passata da una rete di proprietà del califfo a dare di se una immagine diversa, mi sono chiesta in che diavolo di realtà vivono i pennivendoli che non chiamano per nome queste puttane che si permettono di ridere dello stipendio di una impiegata, fino ad affermare che loro in una notte guadagnano quanto guadagna un operaio in sette mesi...zoccole, lurde zoccole che mandano un messaggio disonesto a tante ragazze fragili.

 

Un messaggio che dice: Levati le mutande, apri le gambe e in cinque minuti hai risolto il problema dello shopping e del cellulare ultimo modello.

 

Perchè nessuno dei difensori del pruriginoso, partendo da Lupi non si sofferma su questo aspetto?

 

Quando ha promesso 1.000.000 di posti di lavoro intendeva un milione di puttane e troie in più?

 

Poi mi imbatto in un articolo che mi placa, lo leggo due volte, finalmente una penna che chiama la puttana, puttana, la troia, troia e la zoccola ...zoccola.

 

http://www.ilfattoquotidiano.it/2011/01/20/donne-disoccupate-e-mignotte-strapagate/87400/

 

 

Ora bisogna avere il coraggio di chiamare in causa il Presidente della Repubblica, che spenda, almeno lui, un paio di parole a difesa dei PM, che dica a voce alta che, chi vince le elezioni non è il padrone del paese, può a limite essere il padrone di quella parte di ladri e puttane che lo usano come sportello bancario per prelevare contanti, quindi,  la pianti di costringere la gente a spegnere i televisori per non avere conati di vomito nel sentirlo.

 

E sia chiaro, l’ho già scritto altre volte, non me ne frega niente se un uomo va a puttane minorenni o maggiorenni che siano o a  viados, sono fatti suoi e di chi gli ruota attorno.

 

Mi frega molto se ad andare a puttane, viados, zoccole, troie minorenni è il capo del governo, significa che ha scordato cosa significa CARICA ISTITUZIONALE...chiaro “sor coso”, si faccia spiegare dai suoi legali cosa significa Carica Istituzionale.

 

In un paese normale sarebbe decollato verso altri lidi a calci nelle nocciole...in un paese normale.

 

MARCO  VUKIC

 

dimissioni VIKIC.png

domenica 16 gennaio 2011

PD KO DA 46%

 I campionati di calcio dilettantistici sono fermi, la temperatura per i miei gusti è polare, gironzolo per la rete, l’argomento principe è sempre uno, Mirafiori.

Noi che viviamo a Torino sappiamo che questo “vittorioso ricatto” avrà ripercussioni nella politica della città.

Lo sanno anche i componenti della giunta comunale uscente, hanno perso una buona occasione di stare zitti prima del 46% dei NO, si stanno ripetendo ora.

Ho cercato tra le pagine della stampa locale una qualche analisi del risultato, niente, silenzio tombale, è tutto un “grido di vittoria del SI” e poi c’è il raglio stridulo di sacconi che chiude a una richiesta di Landini per riaprire il tavolo delle trattative e spazzare via le parti incostituzionali delle “regole dello schiavismo”.

Tranquillo “sor ministro”, domani non sarà la FIOM a doversi mangiare le mani, lei e i suoi padroni avete vinto un primo round, strano però, voi tutti fautori del SI avete vinto, però al suono del gong avevate e avete le facce di chi ha subito una serie di IPPERCUT da KO... un 46% calato dritto al fegato...deve fare un male boia.

In un trafiletto de La Stampa, da leggere con l’aiuto di un microscopio a scansione elettronica inserendo “ingrandimento x 500” leggo:

PD...con Airaudo nessuno accordo

La mia risata scatta sonora, porca miseria, possibile che siano così ottusi da non capire che spararle grosse non li rende più simpatici, li rende solo ridicoli.

Ma come, dopo che vi siete schierati apertamente per la creazione di “un campo di concetramento” pensate che, nel caso Airaudo accettasse di candidarsi a futuro sindaco di Torino...NOI accetteremmo accordi con VOI?

Cari compagni dell’altra sponda, siete saliti su un treno che non ha una stazione di arrivo, c’era, l’ha demolita “Veltroni l’africano”, sotto quelle macerie, ironia della sorte, c’è rimasto lui e molti di voi, sotto quelle macerie ci siete e ci restate, la sotto non c’è niente salvare.

Ho ricevuto una e-mail da MicroMega

Dopo Mirafiori
Un sindaco Fiom per Torino
di Paolo Flores d'Arcais
"Se le opposizioni riconosceranno nella Fiom la punta di diamante dell’Italia che può risorgere dalle macerie cui l’ha ridotta il berlusconismo, la 'vittoria' più che dimezzata di Marchionne potrebbe inaugurare la caporetto anche di Berlusconi".

ANGELO D'ORSI Dalla resistenza degli operai Fiat la speranza per un'altra Italia
RITA BORSELLINO
Sto con la Fiom. Ammiro la scelta di libertà di chi ha votato no
GIUSEPPE GIULIETTI
La ribellione della dignità

GIACOMO RUSSO SPENA Il coraggio di dire no. Da Mirafiori lezione per la sinistra
DON FIOCCHI
Le persone e il lavoro prima del capitale. Solidarietà alla Fiom

Fassino, provo un gusto sadico nel dire che ci stiamo muovendo per non vederla futuro sindaco di Torino, c’è una pletora di giovani la fuori che merita la nostra attenzione, li stiamo sezionando, se Airaudo non accetta la candidatura non siamo vedovi, abbiamo l’imbarazzo della scelta.

Bene, posso ascoltare e far ascoltare un altro “manifesto” scritto 34 anni fa e modernissimo, un grazie gigante a Ermi per il video.

Orribili minacce, ricatti di paura
Gli spettri della fame mostrano al figura
Serpenti di terrore, spasimi ancestrali
Dall'interesse sgorgano i vecchi e i nuovi mali
Vuoti concetti mistici che aspettano le sere
Orde di false regole, feroci come fiere,

rimbalzano alle orecchie, incidono il cervello
Confondono la morte, col canto di un uccello
Ho visto nei miei sogni un tempo d'oro

dove la vita si misura col lavoro
Dove pensare è un facile momento,

dove tu vivi libero di fuori e di dentro
urla di nuove vittime, nei tempi e nelle scuole

massacri di innocenza compiuti con parole
ammorbano la luce, falsificano i sensi,

riempiono gli stomaci con fate e con incensi
cadono sulle genti oceani di fuoco
colmano di miserie la notte, il giorno e il vuoto
fremono di egoismo seguaci dell'orrore,

impudici profeti dell'ora del dolore
ho visto nei miei sogni un tempo d'oro

dove la vita si misura col lavoro
Dove pensare è un facile momento,

dove tu vivi libero di fuori e di dentro
Che ne sarà dei servi i nuovi pretoriani
Il giorno che dovranno a nascondere le mani
Che gocciolano sangue e sparano il cannone
Le loro sporche mani che servono il padrone
Un giorno canteranno milioni di fucili,

cadrà il burattinaio che gli teneva i fili
Senza chi spara ordini incapaci di pensare
Non troveranno più davanti a chi strisciare
ho visto nei miei sogni un tempo d'oro

dove la vita si misura col lavoro
Dove pensare è un facile momento,

dove tu vivi libero di fuori e di dentro

 

Questa sotto per me rappresenta Torino, l’avevo chiesta all’amico vignettista

 

Luigi Alfieri

 

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http://vadelfio.splinder.com/

 

Direte...che c’entra con il post...c’entra, c’entra, è il mio personale saluto ai “compagni” dell’altra sponda e a tutti coloro che già si vedevano nelle vesti di novelli “padroni delle ferriere”.

 

E dopo le parole di Enrico Letta che somiglia sempre più a suo zio Gianni, fisicamente e mentalmente, al PD dedico questo splendore di

 

MAX  PALAZZO

 

ItaliaInfo PALAZZO.jpg

 

http://max-fraparentesi.blogspot.com/

 

 

Ancora un paio di “costruttive elucubrazioni veltroniane” e ci togliamo la palla dai piedi.

 

 

 

 

giovedì 13 gennaio 2011

2011 TORNA LO SCHIAVISMO

 

Marciavamo cantando o grindando slongans, questa sera si marciava e si gridava lo stesso slogans, mancavano quelli che erano con noi e oggi sono in comune o in parlamento, mancavano i “compagni”

Ci risono, sto ascoltando musica, la mia musica, quella fatta di testi che mordono a tutto tondo, Il testamento di Tito, Niccolò, Mio figlio, Reflusso, Lotta Continua, La ballata della Fiat, La guerra di Piero, Contessa, Uguaglianza, El pueblo...

 ...el pueblo...

E me la possono smenare fino alla paranoia che sono impauriti e voteranno si per non perdere il lavoro, ma quello che questo “pueblo” non ha capito è che perderà un lavoro dignitoso in cambio di uno a tempo determinato e privo di diritti elementari.

Passerà il si e la Marcegaglia ha già visto la Breccia della Porta N°4 da dove far uscire tutti i diritti acquisiti dal 1969 al 1984.

Passerà il si e quel “sacconi di .....” avrà consumato la sua vendetta personale vecchia di 30 anni, quando prendeva scoppole e fischi a ogni tentativo di aprire bocca.

L’associazione a delinquere che abbiamo per governo è capitanata da una oscenità con l’uso della parola, un presidente del consiglio che dice apertamente che se vince il no fa bene il “canadese” a portare via la Fiat dall’Italia, fanno bene le aziende ad andarsene dal nostro paese.

Un presidente del consiglio che si permette di dire all’estero che in Italia la magistratura è “UNA PATOLOGIA”...in un paese normale sarebbe già destituito a forza e messo in galera...in un paese normale.

Visto che lui è stato votato dal “pueblo”... ben venga il disastro che affamerà il “Pueblo”, che priverà i figli del “Pueblo” di una istruzione di base in grado di farla sdoganare dalla miseria nella quale cresceranno.

Quando “El Pueblo” troverà 5 minuti vada a farsi una cultura su questo acronimo FMI e su John Perkins,  autore di Confessioni di un sicario dell'economia...che diavolo scrivo...il pueblo che legge qualcosa di diverso di un giornale di pettegolezzi?

El pueblo che cerca di capire in anticipo di chi è la “longa manus” che manovra i pinocchietti di nome marchionne e tremonti e tentare di mitigare i danni?

No, El pueblo degli Inti Illimani è quello che ha rovesciato pinochet, quello che ha rimandato i preti nelle loro parrocchie, è quello che ha rovesciato i colonnelli in Grecia, è quello che ha preso il testimone dalle mani dei Partigiani e lo ha portato avanti fino al 1984.

Questo non è pueblo, è solo un grosso allevamento di bestiame buono per ogni uso, dalla carne da cannone per soddisfare il ministro della guerra alla carne da catena di montaggio, lo voglio vedere il bestiame restare alla catena di montaggio per 8 ore senza una pausa, il primo che resta dentro un ingranaggio per stanchezza...che sia il primo di una lunga serie...schiavi senzienti, non avrò pietà.

Chiedere al gregge di informarsi su cosa va a firmare con il si sarebbe come chiedergli se ha capito la pubblicità a favore del nucleare...torno ad ascoltare musica, non serve sprecarsi per questo allevamento , spero si estingua velocemente.

Io questa mattina ho ascoltato il delirio dei rappresentanti dei sindacati che hanno firmato, ho visto e sentito Nanni Tosco e mi sono chiesta come può un uomo vendere se stesso cancellando il proprio passato.

Torno alla mia musica e non posso che chiudere con una perla della “meglio gioventù”...scordavo...devo mandare a farsi fottere un sindaco, quello di Firenze, Renzi...bambino...hai rotto le nocciole, vedi di andare alla coorte del califfo e non mascherarti come uomo di sinistra, non sei un uomo e non sai cos’è la sinistra.  

Avrò da fare nei prossimi giorni!!!

domenica 9 gennaio 2011

OROSCOPO 2011...

 

 

...SECONDO LA VUCCIRIA ;-))

 

Mi tengo alla larga da ogni forma di divinazione, precognizione e lettura del futuro, non nego che quando leggo di gente truffata da maghi o sedicenti maghi, non riesco a essere solidale, almeno, non del tutto.

 

L’unico oroscopo che leggo a fine anno è quello pubblicato dentro

 

LA VUCCIRIA

VUCCIRIA 2011.jpg

http://issuu.com/maxillo/docs/vucciria27

 

 

La pagina di presentazione è tutto un programma...il contenuto supera l’immaginazione, ognuno è libero di lasciare commenti al “mago” o lanciare improperi ... sempre al mago si intende.

 

Ho concluso il giro in rete a singhiozzo, il già citato Carlo ha impattato in 5000 pagine che lo hanno fatto riflettere se è il caso di mantenere “tutti i buoni propositi per il 2011”, vedremo come evolve, male che vada, avrà un costoso fermaporta e la sua micia (non ricordo se si chiama Regina o Principessa), oltre ad avere uno schiavetto che la fa dondolare quando lei si mette nell’amaca, avrà un coltissimo e costoso “mattone” dove rifarsi le unghie.

 

Molti amici blogger hanno fatto un resoconto del periodo che va dal 24 dicembre al 6 gennaio 2011.

 

La tenera Wally ha descritto la sua torta di carciofi preparata per la “Figlietta” e rimasta intonsa nel forno, magia della notte di capodanno passata in serenità.

 

Dif, con il suo amore universale ha fatto un post basato sulla numerologia, non capisco un accidenti della materia e a suo dire “non ho basi per confutare”, il 2011 sarà l’anno del numero 4 che significa rettitudine e sconfitta della disonestà, le ho chiesto se questo significa che crollerà Montecitorio con tutti i disonesti dentro.

 

Non ho proprio scritto così...ma il senso non diverge di molto.

 

Mi ha lasciato un commento...conferma che sarà l’anno degli onesti e ogni forma di disonestà a tutti i livelli sarà “matada”...UAU...ci liberiamo.

 

Poi ho aperto la pagina dei giornali e...è solo cambiato il numero sul calendario, il resto...se non è noto ... è peggio.

 

Sono tornate “mucca pazza e uova alla diossina”, rutti di scissione padana nell’anno del 150° anniversario dell’Unità d’Italia, minacce di caduta del governo se non passa il federalismo fiscale, sono tornate le mani lunghe nelle tasche della gente a reddito fisso, a detta del califfo sono tornati i soliti comunisti e una cosa è certa, non sono mai andate a riposo le solite puttane gola profonda.

 

Sono tornati i proclami del solito cicchitto e la solita domanda che mi pongo quando parla

 

“ma che c@@@o sta dicendo”?

 

Sono tornati i morti ammazzati per futili motivi, i servizi disgustosi su Sara, la santanchè che parla di morale scordandosi che lei ha un prezzo ... e pure dozzinale...è sparito capezzone...ma prima che ricompaia sono tornata a fare quello che mi riesce meglio, spegnere il tubo catodico.

 

Eh...si, siamo rientrati nella normalità del quotidiano o quasi, il quasi è rappresentato dalla voglia di andare a comprare una dozzina di uova marce da usare al prossimo incontro con “veltroni l’africano” e il futuro candidato sindaco di Torino...che avete capito...mica le voglio lanciare, voglio solo aprirle accanto a loro...sentire a colpo di naso quanto puzza la svolta di quelli che “UNA VOLTA QUALCUNO ERA ANCHE COMUNISTA 

 

giovedì 6 gennaio 2011

IL SOGNO di MARX

 

Il giro per la rete ha generato una ventata di allegria, l’amico Carlo ha fatto un post dove elenca alcuni progetti da attuare per il 2011

 http://carlo58.myblog.it/archive/2011/01/03/progetti.html#comments 

uno ha scatenato una serie di commenti e scommesse che “un ce la farà”.

 In compenso mi ha fatto ricordare una bellissima pagina di Giorgio Gaber e Luporini che vale la pena postare, il dialogo surreale tra un fotografo e Karl Marx

 IL SOGNO di MARX

Di Giorgio Gaber e Luporini Scritta nel 1976.

Quando si è un po' filosofi non si sogna mai a caso.

Ero una specie di Diogene, con una lampada da duemila Watt, una macchina fotografica, e cercavo in un posto che poteva essere Milano.

Sento una voce nella nebbia che mi fa:

"Così non fotograferai mai niente!"
"Chi siete?"

Lui: "Un tedesco di passaggio". Esce dalla nebbia un bel signore con la barba e si presenta: "Piacere, Carlo Marx".

Oeh!... (stupore)

"Vedi ragazzo..." Come ragazzo?... Mi chiamano tutti compagno, arriva questo... e cambia il vocabolario un'altra volta.  

"...non basta una macchina fotografica con un obiettivo giusto... Tu sbagli i tempi, credimi. Io ho una certa esperienza della roba che si muove!"

 E questo è vero.

 "Dunque, come si muoveva il tutto ai miei tempi? Guarda, qui c'era il capitale, qui le classi, la borghesia eccetera eccetera".

 E io: flash!
Simpatico Marx quando si scalda... Sembra un paparazzo! Però mi permetto di dirgli: "Anche noi, capitale, classi, borghesia... flash!"

"Bravi!"

"Grazie!"

Ho capito dopo che bravi voleva dire coglioni... Affettuosamente, si intende.

"Bravi, la borghesia... non c'è più. O meglio, non conta... Sbriciolata!"

E no, qui mi incazzo... Non c'è più... Oh dio, non c'è più la borghesia!... Che detto da lui fa anche rabbia, perché uno dice: ci ha preso per il culo fino adesso.

E io: "Ma i padroni, i capitalisti?"

Lui guarda, bello, con quegli occhi che vedono tutto:

"I padroni, i capitalisti... non li vedo... nel senso che... stanno diventando impersonali."

"Puttana miseria! Ma io ho bisogno di aggrapparmi a qualcosa, ho bisogno di punti fermi!"

"Allora dovevi parlare con Gesù!"

"Già fatto grazie... Ma mi dica, maestro... la lotta di classe... la lotta di classe... lasciamo almeno la lotta di classe!"

Lui, calmo: "La lotta di classe..."

"Più svelto maestro!..."

"La lotta di classe sarebbe ancora giusta..."

"Ooh!..."

"...se fossero chiare le classi!"

"Come non son chiare le classi!?... Allora non sei marxista! Scusa se mi incazzo, Marx... ma mi sembri un po' spappolato. E l'imperialismo, l'imperialismo?"

"Mah!..." Com'è calmo, Marx!

"Dài, l'imperialismo?!..."

"Mah... Ne parlavo con Lenin. È lassù che lo guarda... Lui ci è fissato! Dice che ne ha un'immagine un po' sfuocata. Parla di Pax... di Pax Americana... Dice che la pace è peggio della guerra".

"Sì, questo l'ha detto anche il matto dei certificati. E poi, e poi... non vedete più niente? Cosa guardi, ora, cosa guardi se non c'è più niente?"

"Non è vero, la lotta c'è ancora. Anzi, i nemici ci sono più di prima. Ma si presentano in un altro modo. È tutto più... La vedi la produzione? Era così... una bambina. Com'è cresciuta! Che salute! Me la ricordo, io... una bambina con i padri che... fai questo, fai quello!... Roba da matti.

Una donna, autonoma, va da sé, va da sé. Bisogna fare qualcosa... "

Tira fuori una Leika col soffietto... " ...bisogna fare qualcosa, flash! È tutto più... flash!... sì, certo.... flash! Interessante... flash! ho capito... E' tutto più..."

E il vecchio se ne andò ancheggiando, lasciandomi nell'angoscia più assoluta.

" Il rullino, il rullino!... Non andare via!... Il rullino... spediscimelo! "

Maledetto testardo, fissato, anche con l'arteriosclerosi viene qui, vede che tutto si muove, scatta a un cinquecentesimo... è una mania, una mania! Ci avevo le idee chiare, precise...

"Scrivimi! Sì, scrivimi qualcosa!"

Che se no, magari, tra una decina d'anni, uno si alza una mattina e, senza saperlo, si trova lì davvero senza borghesia, senza classi, senza padroni... ma nella merda più di prima!

Sono passati 35 anni da questa pagina teatrale, mi pare che possiamo comodamente dire di essere nella merda più di prima.

Per chi non lo avesse fatto, vi invito a firmare questo appello contro la decisione autarchica del “maglioncino canadese” di applicare lo schiavismo cinese nel nostro paese, inutile dire che sto con la FIOM e mi auguro che il 14 gennaio una valanga di NO, sotterri lui e i venduti tra i quali ci metto Fassino oltre ai segretari dei confederati che si sono scordati il significato di “classe operaia” e LIBERTA’

 FIRMA L'APPELLO: http://temi.repubblica.it/micromega-appello?action=vediappello&idappello=391202

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www.micromega.net

LA LIBERTA

Vorrei essere libero, libero come un uomo.
Vorrei essere libero come un uomo.

Come un uomo appena nato
che ha di fronte solamente la natura
e cammina dentro un bosco
con la gioia di inseguire un’avventura.
Sempre libero e vitale
fa l’amore come fosse un animale
incosciente come un uomo
compiaciuto della propria libertà.

La libertà non è star sopra un albero
non è neanche il volo di un moscone
la libertà non è uno spazio libero
libertà è partecipazione.

Vorrei essere libero, libero come un uomo.
Come un uomo che ha bisogno
di spaziare con la propria fantasia
e che trova questo spazio
solamente nella sua democrazia.
Che ha il diritto di votare
e che passa la sua vita a delegare
e nel farsi comandare
ha trovato la sua nuova libertà.

La libertà non è star sopra un albero
non è neanche avere un’opinione
la libertà non è uno spazio libero
libertà è partecipazione.

La libertà non è star sopra un albero
non è neanche il volo di un moscone
la libertà non è uno spazio libero
libertà è partecipazione.

Vorrei essere libero, libero come un uomo.
Come l’uomo più evoluto
che si innalza con la propria intelligenza
e che sfida la natura
con la forza incontrastata della scienza
con addosso l’entusiasmo
di spaziare senza limiti nel cosmo
e convinto che la forza del pensiero
sia la sola libertà.

La libertà non è star sopra un albero
non è neanche un gesto o un’invenzione
la libertà non è uno spazio libero
libertà è partecipazione.

La libertà non è star sopra un albero
non è neanche il volo di un moscone
la libertà non è uno spazio libero
libertà è partecipazione.