mercoledì 21 marzo 2012

PREMIO IGNOBEL 2012

 

“E’ finita l’era delle concertazioni, dell’articolo 18 non se ne discuterà più”

 

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Perfetto professor Monti, vediamo di lanciare una raccolta firme per proporla all’assegnazione del Premio IGNOBEL 2012 per l’economia politica a pari merito con la ministra canavesana.

 

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Voi tra un anno dovrete sloggiare dal parlamento, vi va di lato B, sloggiate con i vostri piedi, gli altri, quelli che vi stanno spalleggiando, sloggeranno metaforicamente con i nostri.

 

Lei, senza volerlo, ha potuto quanto non hanno potuto i segretari dei sindacati confederati, riunificare la base che finalmente, oggi, ha mostrato di non essere un gregge che si lascia guidare e tosare.

 

La statale che da Leinì va all’aeroporto Sandro Pertini di Caselle è stata bloccata per tre ore, il cartello che espongono non può essere letto in maniera diversa.

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El Pueblo sta finalmente capendo che, unido jamas sera vencido.

 

Ricordiamoci che questa primavera si vota da nord a sud, a macchia di leopardo, chi è coinvolto dal voto, rammenti chi sta approvando la fame prossima ventura.

 

Ho un sassolino nelle scarpe che devo levarmi, lo stavo scordando, ma sentendo il Presidente della Repubblica ribadire che i sacrifici sono necessari, me ne sono ricordata:

 

Presidente Napolitano, invece di rompere la mnch a chi ce l’ha già lesionata, perché non suggerisce all’esecutivo tecnico un bel decreto legge a carattere di urgenza che tagli del 50% le prebende e gli stipendi di chi bivacca in parlamento, nei consigli regionali, nei consigli provinciali e comunali?

 

Veda di ricordarsi che se c’è qualcuno che deve moderare i toni, non è il Popolo Sovrano, veda lei e lo suggerisca a tutti, che a furia di pestare, la gente finisce con l’incazzarsi.

 

Capisco che il mio scrivere non è fine, ma dopo aver sentito l’acconto dell’intervista di Report alla canavesana che andrà in onda domenica 25 marzo, mi sono chiesta se quella ci è o ci fa, visto che parla di caramelle e di lavoro sporco da fare…vista l’espressione compiaciuta, mi sono detta che quella è semplicemente stata graziata dalla legge Basaglia.

 

Bene, torno ad ascoltare musica, inutile dire chi, questa era un pezzo che non la risentivo.

 

 

MARCIA D’AMORE

Quante volte mio padre ha visto i raccolti,

quante stoppie riarse dal sole.
La sua pelle bruciata dall'arido vento,

poco pane ma tanto sudore.
Poco amore, la guerra, l'emigrazione,

poco tempo per vivere e poi
Io suo figlio operaio, nessun cambiamento,

poco pane e sudore per noi.


L'oppressione ci ha tolto il respiro,

la rivolta ci esplode nel cuore,
poi la lotta ci ha unito le mani

e il futuro si è fatto migliore.
Fianco a fianco, da dentro è scattata una molla,

dopo un giorno eravamo una folla,
è arrivato il momento di farci ascoltare,

su compagni, corriamo a lottare.

Oggi, unite le mani a catena,
Marceremo per fare la vita migliore,

canteremo, la faccia nel sole,
Urleremo e anche i sordi dovranno sentire

la canzone di un nuovo avvenire,

Perché il giorno che allora saremo a guardare
Sia il più bello che il mondo abbia visto spuntare.
Ed un popolo immenso da sempre sfruttato
Alla fine sarà liberato.