martedì 22 febbraio 2011

IL CLERO...

 

...CHE VORREI leggere sui quotidiani a tiratura nazionale e invece ho scoperto per caso qui

 

http://temi.repubblica.it/micromega-online/altri-11-preti-contro-bagnascoberlusconi/

 

Le ho lette tutte, proteste corpose contro i vertici della chiesa, prese di posizione che, se non ci fossero stati inseriti nomi, cognomi e parrocchie, avrei comodamente scambiato gli autori per giornalisti del manifesto, ne posto solo due, ma vale la pena leggerle tutte, rappresentano quel clero che viene tenuto ai margini dai vertici papalini per “non disturbare il manovratore”.

 

Un errore madornale che il vaticano commette, alla stregua dei partiti che nascondono “le correnti interne” per mostrare “il pensiero unico”.

 

Questa lettura la consiglierei ai vertici del PD, forse imparerebbero come si fa opposizione senza se e senza ma.

 

Se la prima tocca temi scottanti come “il fine vita”...la seconda è quella che in genere definisco “zoccolata sui denti data con la forza della rabbia mal repressa”.

 

1) Don Francesco Pasetto – parroco della chiesa dei ss. Vito e Modesto a Lonnano, Pratovecchio (Ar):
«L’impressione sta diventando sempre più nitida: in Italia i cristiani investiti di qualche potere, ai potenti tutto perdonano mentre ai poveracci niente risparmiano.
Casi Eluana e Welby: onorevoli del partito al governo e monsignori di Santa Romana Chiesa si strappano le vesti a “tutela della persona”. Senza distinguere fra “eutanasia attiva” ed “eutanasia passiva” o “indiretta”, vanno giù impietosamente, parlando di “barbarie”, di “assassinio”, di spregio della vita.
La Curia romana nel 2006 è arrivata a negare le esequie religiose a Piergiorgio Welby; mentre nel luglio 2009, quando l’Agenzia Italiana del Farmaco ha autorizzato l’impiego della pillola RU486, il presidente della Cei si è detto “amareggiato, triste, preoccupato”, condannando l’atto come segno di “deriva” o “crepa della civiltà”. Contemporaneamente, però, di fronte a episodi pubblici di mercificazione della donna, di sfruttamento della prostituzione persino minorile, di orge erotiche organizzate per divertire il capo, di pratica del “fottere senza amore” esaltata come espressione di virilità e di modernità, Sua Eminenza si è mostrato diplomaticamente equilibrato, pacatamente cauto. Già un alto prelato del Vaticano, non Lele Mora, aveva cercato, con una sottile interpretazione della “legge”, il modo per favorire il presidente del Consiglio, sostenendo la possibilità di tenere insieme “comunione con il Corpo di Gesù” e negazione sistematica dell’“agape”.
In questa situazione, per molti cristiani la domanda più urgente e inquietante è divenuta questa: come restituire alla nostra amata Chiesa la forza profetica necessaria a gridare dai tetti con il Battista “Non ti è lecito…!” e, con il Maestro, “Guai a voi ricchi…, guai a voi sazi…, guai a voi che ora ridete…, guai a voi quando tutti parleranno bene di voi…”»?

 

 

2) Don Antonio Di Lalla – parroco di Bonefro (Cb):
«La Chiesa istituzionale italiana ha un atteggiamento del tutto simile al ranocchio.

Se questo infatti viene calato in una bacinella di acqua calda immediatamente schizza fuori, se invece si trova in un contenitore di acqua fredda e sotto viene acceso un fuoco lento vi resta fino a lasciarsi bollire senza nessuna reazione.

C’è sempre un mons. Fisichella pronto a contestualizzare qualsiasi “porcata”, dalla vergognosa legge elettorale alle depravate nottate del premier, dal Pacchetto Sicurezza alla morte atroce, o meglio all’assassinio programmato, dei bambini rom: gli euro elargiti dal governo hanno lessato le coscienze ecclesiastiche, per fortuna non ancora quelle ecclesiali. Perciò protesto».

 

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Che dire...tanto di cappello