Una riunione finita a pesci in faccia, due fazioni distanti e la mia proposta respinta sdegnosamente, come se avessi proposto di fare la rapina del secolo, finita la riunione, la fazione che appoggiava la mia idea di chiedere al Comune la gestione di un campo di calcio, ha deliberato sul marciapiedi di continuare la sera dopo a casa mia, era il 12 dicembre del 1983.
Dalla riunione del 13 scaturisce il tuo embrione, i nostri compiti e quanto ci costerai in termini economici, si votano le cariche che ognuno rivestira' e nessuno ha dubbi nel puntare il dito verso di me dicendo:
I rapporti con le istituzioni sportive (Federazione Gioco Calcio) e politiche sono un fatto tuo.
Una sera del mese di giugno del 1984, nella sede del circolo Walter Tobagi, noi 13 genitori davanti a un notaio, abbiamo dettato il tuo certificato di nascita ufficiale, il tuo nome e i tuoi colori, il tuo fine e una postilla grossa come una casa, tu, dovevi essere "areligiosa e apolitica", con te si poteva vivere la piu' totale promiscuita' di colore politico, credo religioso o agnosticismo e provenienza geografica, chi non avrebbe rispettato i principi del vivere comune civile, sarebbe uscito accompagnato fuori a calci negli zebedei.
Al tuo esordio abbiamo presentato una sola squadra, categoria ALLIEVI, tutti convinti che saremmo stati la squadra materasso del girone, alla fine del girone d'andata eravamo in testa alla classifica con solo due macchie, ovvero, avevamo pareggiato due volte, il resto erano state vittorie inoppugnabili, nel girone di ritorno ci siamo riscattati, abbiamo vinto tutte le partite.
Entriamo di diritto tra le societa' aventi diritto a uno spazio per giocare in quartiere, il Nitti, la tua storia nel sociale comincia in quel catino, lo chiamiamo ancora oggi "Forte Apache" la fama di squadra imbattuta attira i ragazzini, guardo i miei compagni di follia e non ce la sentiamo di mandarli via, creiamo due squadre inserendole in UISP, da quel momento comincia una avventura con alti e bassi nei risultati, ma con un crescendo nell'impegno sociale che continua ancora oggi.
Ci hai portati ogni sabato, per un intero anno, dentro un carcere minorile, con noi sedici adolescenti che nella sacca della scuola infilavano anche le scarpette bullonate e l'autorizzazione firmata dai genitori a disputare le gare del girone al quale partecipava la squadra dei ragazzi del correzionale.
Dobbiamo essere stati convincenti se mi hanno chiesto di ospitarne uno in attesa di trovargli una sistemazione ottimale. Ha sostato in casa mia per quattro giorni, Don Mecu mi ha chiesto cosa poteva fare il tribunale dei minori per sdebitarsi, gli ho detto che mi interessavano due cose, la prima che non mi guardassero come se vedessero una marziana, avevo lo spazio per ospitarlo e l'ho fatto, se proprio volevano fare qualcosa, lo facessero per l'associazione sportiva, l'appoggio in comune per gestire un campo di calcio nel quartiere, niente altro.
Per te ho scatenato una guerra nel consiglio di circoscrizione, una tregua armata con tre presidenti di tre societa' che volevano quello che volevo io, un campo di calcio dove piantare radici e scrivere la nostra storia, per te sono stata giudaica fino al midollo, avevo adocchiato qualcosa e me ne ero invaghita, sapevo come muovermi, contavo su un appoggio ma senza dirlo nemmeno al mio gruppo, se la mia manovra fosse fallita, il fallimento doveva essere solo mio, la dislocazione degli impianti dentro il quartiere ispirava il momento e non il dopo, "i Presidenti" guardavano all'apparenza, "la Presidente" badava alla sostanza e alla crescita della bambina, ho raccolto 600 firme e sono andata a metterle sulla scrivania del sindaco dicendogli
"Mettiti contro di loro se vuoi, bada solo a quanta umanita' alla deriva gira attorno a quel complesso, se resta vuoto nel giro di un paio d'anni torna a essere la discarica di prima. Con contorno di siringhe e belle di notte.
Ha girato la rogna all'assessore allo sport, visto che avevo votato l'assegnazione dei campi, uno al Barracuda e l'altro agli Azzurri 86, ora toccava al BEPPE - VIOLA, la condizione capestro me l'hanno messa, dovevo condividere la gestione con il
Di Vittorio, ma nemmeno cosi' stava bene, l'amico di partito Leonardo voleva mettermi i bastoni tra le ruote, la raccolta firme era andata nelle corna a molti, troppi, si chiedevano come diavolo avevo fatto ad aggirare gli ostacoli andando al cuore politico della citta'.
La sera che il consiglio della circoscrizione Santa Rita - Mirafiori Nord ha chiesto ai consiglieri di votare il mio progetto per il sociale, ho ammirato quanti nemici mi ero fatta anche nel mio partito, ma nel vedere il rappresentante di Democrazia Proletaria alzare il braccio a mio favore trascinandosi dietro una parte dei comunisti e tutti gli indipendenti sono schizzata con un urlo di vittoria e fuori dalla sala del consiglio ho preso Leonardo e l'ho salutato con un vaffanculo e il gesto dell'ombrello.
Ci hai messi a contatto con ogni classe sociale, con la miseria fisica e il benessere discreto, con la decorosa dignita' e la miseria morale, con cordoni ombellicali mai tagliati e quelli tagliati troppo in fretta, con presenze asfissianti e abbandoni latenti, con operai magnifici e magnifici dirigenti, dentro al gruppo eravamo e siamo uguali, ci hai costretti ad avere un filo diretto con i servizi sociali e il mio telefono ha cominciato a squillare per richieste di tenere d'occhio uno o piu' bambini che altro, tutto e' cominciato il martedi' pomeriggio che siamo andati a giocare a Rivoli con la squadra pulcini, Nico, l'allenatore della prima squadra caccia un urlo strozzato
"Cazzo Tina, ce n'e' uno in piu'.
8 anni, labbra strette, fisico non a posto coi pasti, criniera ricciuta, due fari quasi spenti e spaventati per occhi e un sacchetto di plastica in mano, mi tremano i polsi al pensiero che ci siano dei genitori disperati per la sua scomparsa. Michele mi da della pirla, e' il socio che si occupa del campo di calcio appena ottenuto in gestione, mi dice che tutte le mattine alle 7.30 lo trova dietro al cancello, rimane dentro il perimetro fino a sera. Stacco una marea di parolacce e torno sui miei passi, gli tendo la mano e mi ritrovo fottuta, le lampade che ha per occhi si accendono assieme a un sorriso che va da un orecchio all'altro, mi rimane attaccato come una sogliola, mi dice di chiamarsi Carletto e che i suoi sanno che viene a "giocare" da noi. Rientrati mi attacco al telefono e l'assistente sociale mi scodella l'ennesima storia di "irresponsabilita' ricca di spermatogenesi" che non lascia mai fuori i cuccioli d'uomo, anzi, li usa come clava fino a sfasciarli, mi chiede di averne cura fino a quando non trovano una soluzione, lo abbiamo tesserato e nelle riunioni si e' deliberato di autotassarci, il bambino doveva avere quello che avevano i suoi compagni di squadra, il borsone societario, scarpette da calcio e amenita' varie, ancora oggi quando capita il caso usiamo il nome Carletto.
Ci hai portato dentro le case treni di bambini Spagnoli e Francesi, a ogni torneo internazionale le nostre case si aprivano allo scambio, al caos e all'incoscienza di affrontare lingue sconsciute, bambini che si perdevano e corse per ritrovarli, l'anno dopo gli spagnoli non erano nostri ospiti, ma avevano l'indirizzo di casa mia in tasca.
Il numero piu' grosso me lo sono fatta l'anno che mi hanno dato l'incarico di trovare un albergo vicino al campo di calcio, l'ho trovato, il presidente del Nizza Millefonti mi chiede se posso prenotare anche i suoi e dico si, la societa' e' una, il Toulose, noi ospitiamo gli allievi e loro i giovanissimi, gli adulti gradiscono di soggiornare nello stesso albergo. A 500 metri dal campo.
Il mattino arrivano a piedi, tutti sorridenti in maniera quasi maliziosa, li saluto e chiedo se hanno riposato bene, dicono di si e ridacchiano, sorvolo, i francesi sono estrosi, poi chiedo a Franco, presidente del Barracuda se secondo lui mi stanno prendendo per il culo, mi risponde:
O Tina, sveglia, loro ringraziano, ma se ti beccano le loro mogli ti sfasciano, li hai mandati in un albergo a ore non nell'ostello della gioventu' gestito da religiosi. E ringraziano si, sentitamente pure.
Sei cresciuta, da soli non era possibile farcela, la prima fusione con la Lio di Mike, la terza categoria e una iniezione di nuovi soci, il numero di squadre aumenta, non mandiamo via nessuno, la scuola calcio prende piede gestita da tutti noi e dai giocatori della prima squadra, il nuovo regolamento della FIGC impone alle societa' dilettantistiche che hanno la scuola calcio, la figura dell'istruttore ISEF, bambini che si sono snodati a causa di movimenti sbagliati ce ne sono stati una marea, ci adeguiamo, il campo di calcio Palatucci diventa un centro di aggregazione del quatiere, Luigi Dalvit va in pensione e lancia l'idea di prendere in gestione il tennis, alla fine degli anni ottanta fanno il loro ingresso Donato Pandiscia e Mimmo Arcella, un autosalone il primo, una carrozzeria il secondo, il tennis passa sotto la nostra gestione, cosi' la pallavolo, la piastra polivalente, si apre il bar e strada facendo diventa anche ristorante, arrivano Franco Pecchio e Silvia, l'estroso Franco Meringolo, io ho pensato di sfasciarmi un ginocchio e loro fanno anche la mia parte, loro amano l'associazione sportiva quanto l'amo io, e' in buonissime mani, sono quella che l'ha pensata, attuata e corredata di statuto legale e di campo da calcio, loro sono quelli che hanno portato gli sponsor e la prima squadra, la prima squadra ha appena vinto il campionato di prima categoria e va in promozione.
Ai giovani che giocano oggi voglio mostrare una chicca, i quarantenni di oggi che 25 anni fa hanno cominciato l'avventura allegramente, qualcuno di loro c'e' ancora, ha preso il testimone dai dirigenti passando il testimone di giocatore ai figli. I tuoi primi passi (o calci) sono partiti dai loro piedi. Un pezzo di storia di questo quartiere e' stato scritto da me e da loro,
siamo orgogliosi di te come sei oggi, delle amicizie che hai fatto nascere, del ruolo discreto che hai verso i piu' fragili, siamo orgogliosi anche delle risse e delle feste, sei la continuita' di questi 15 adolescenti di allora e del loro allenatore, quindi
BUON 25° ANNIVERSARIO A.S. BEPPE VIOLA --AUTOPITAGORA
BUON COMPLEANNO MON AMOUR
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