venerdì 21 agosto 2009

LA PRIMA SETTIMANA DI VACANZE

Siamo arrivati giovedi scorso,  abbiamo fatto il giro della casa e poi a pagare chi ha pulito e  tagliato l’erba attorno  alla stessa, chi ha messo in funzione la caldaia e…lasciamo perdere il resto, il venerdì un salto a Carbonia per la spesa e il giocattolino che permette a Maurizio di non perdere nemmeno una virgola di sport, fargli perdere il gran premio di motociclismo sarebbe equivalso a farmi insultare a vita, ma se avessi saputo che c’e’ un canale che trasmette solo sport, avrei infilato il televisore nel bidone della spazzatura, siamo arrivati a un compromesso, dalle 22.30, il telecomando passa nelle mie mani e quindi su TG3.

Il 15 agosto lo abbiamo passato alle dune bianche, stabilimento balneare e la scottatura è stata d’obbligo, ci riesco tutti gli anni, mi dico sempre che devo tenermi alla larga da Loris, ma poi ci ricasco.

Maurizio ha approfittato del “fermo mare” per fare il contadino, taglio della siepe, rastrello passato per raccogliere i residui di erba secca, raccolta frutta che cresce senza intervento di prodotti chimici, fichi neri, prugne, mandorle e fichi d’india, ho parcheggiato la coscienza fuori dal cancello e…azz…che buoni, da queste parti l’unica cosa che non trovo buona è l’acqua, dovrò decidermi a far ripulire il pozzo, il resto è fuori dall’ordinario, pomodori carnosi e saporiti da sballo delle papille gustative.

Mercoledì sono arrivati i ragazzi e la casa da grande si è ristretta, la nostra camera preferita è la veranda della cucina, era libera, ora ci sono parcheggiate tre sdraio, un monopattino, un triciclo, due tavolini da giardino,  una palla e Bobo sopra i miei piedi, un Cicciobello su una sedia al tavolo della cucina e un castello di non so cosa che occupa una buona fetta del salone, in sintesi, la calma piatta è finita.

Oggi al mare ho preso atto di quanto potere abbia un soldo di cacio che prende padre e nonno per mano esclamando:

“fatemi vedere come usare la maschera e il boccaglio”

Non contenta, si è lasciata andare alle mani di una donna Senegalese che le ha fatto le treccine, a me ha permesso di conoscere uno spicchio di vita di chi, sulle spiaggie offre lavori manuali per 20 euro, un sorriso caldo, pelle color ebano, dita svelte a intrecciare capelli in treccine che sembrano scolpite sul cranio, una raggiera che mette in risalto il viso di Giulia e più di una mamma che guarda ammirata la bravura della donna e il risultato finale, un paio d’ore dopo anche Federica (mia nuora) si sottopone al trattamento, ne approfitto per saperne di più, non mi dice il suo nome, ma racconta senza vene di pietismo che ha tre figli in Senegal e che viene in Italia per l’estate, fa questo lavoro per le spiagge  e alla fine della stagione balneare torna in Senegal.

Penso a quante donne scelgono una strada diversa per fare soldi velocemente e provo ammirazione per questa donna che cuoce al sole facendo scorrere le dita veloci tra i capelli di bambine e adulte, tra accoglienza ammirata come la nostra o battute del BIP come il vicino di ombrellone, ho pagato le treccine per Giulia e Federica tra le proteste di quest’ultima, chissà perché mi sono sembrati quelli che oggi ho speso meglio.

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