venerdì 4 dicembre 2009

ERODIADI MODERNE

 

E continuiamo a ficcare la testa nella sabbia, facciamo gli struzzi, anzi, facciamo gli stronzi davanti alla televisione che manderà in onda tavole rotonde alle quali siederanno i tuttologi e i “luminari” della materia, par condicio, metà contro, metà a favore, si parlerà “delle due puericultrici”, del loro personale “Montessoriano” metodo educativo, ci sarà un qualsiasi Crepet che stabilirà che quel comportamento scaturisce dal fatto che, anche quelle due da piccole hanno subito lo stesso trattamento.

Ci schiereremo da una parte o dall’altra, ma perderemo di vista le vittime, come sempre loro, quei fiori strapazzati brutalmente dalle kapò, saranno considerati solo il mezzo che permette ai caimani televisivi di catalizzare l’attenzione, sino alla prossima volta, popolo di lobotomizzati dal tubo catodico.

Da che parte sto?

Dalla parte della madre che ha urlato che si farà giustizia da sola, dalla parte della legge del taglione, con l’aggravante dell’età delle vittime, piccoli, fragili, indifesi e fiduciosi, piccoli pezzetti di tessuto di futuro trattati come stracci, strappati e lacerati, se qualcuno vuole parlare di umana pietas per le jene ridens…

 

Il mio cantautore preferito cantava…

IN FONDO (Pierangelo Bertoli 1981)

Nei fragili pensieri appena nati Erode canta un'ode del macello
Milioni di discorsi non parlati, aborti mai usciti dal cervello
Nel sangue sparso dall'Inquisizione, nelle morali assurde del potere
Nella necessità della ragione, nel tormentato viaggio del sapere

Si nutrono le piante di chi è stanco di aspettare
E il sole della rabbia prima o poi porta quei fiori allo sbocciare…

 

Quanto ci vuole per far sbocciare la rabbia sociale che spazzi via questo sonno della ragione? Possibile che niente, ma proprio niente spinga a scendere in piazza in maniera permanente e proficua urlando BASTA, RIPRISTINATE il DEI DELITTI E DELLE PENE!!!???!!!

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