mercoledì 6 gennaio 2010

UN RITO…

…CHE SI RIPETE

 

Tutto comincia l’8 dicembre mattina, Maurizio fa la spola dalla cantina a casa, scatola con l’albero, scatola con decorazioni e luminarie, sacchi di palle colorate, stella cometa e Babbo Natale da appendere.

 

Trovare l’angolo giusto dove metterlo, da un paio d’anni ha il suo posto fisso, comincia il montaggio, prima la base e poi i tre pezzi che formano l’albero, un metro e mezzo in altezza, tutto fila liscio fino a quando non arriva il momento di provare le luci, Bobo le arpiona trascinandosi dietro la ciabatta e Maurizio ulula in sardo promettendogli di trasformarlo in cagnolina, il cane lascia la corona di luci e afferra una palla di vetro, partono le mie urla verso Maurizio, ho paura che la palla si spacchi e il cane si faccia male, onde evitare che fare l’albero si trasformi in rissa tra noi due, riempio la scodella e zavorro Bobo.

 

Quando tutto o quasi è finito, il malefico quadrupede arriva scodinzolando vicino all’albero e 4 palle volano, a urlare siamo in due e finalmente capisce che deve tenersi alla larga.

 

Quest’anno il responsabile dell’attacco di libidine del cane è stato mio fratello.

 

Giulia ha fatto la lista dei giochi e ci siamo attenuti, mio fratello non sapendo cosa regalarle, ha optato per tre peluches animati.

 

Un cane che alza il posteriore e tenta di abbaiare, un coniglio che la musica rende isterico peggio di Bugs Banny e una scimmia che se gli levi la banana dalla mano scatena l’inferno di urla e si agita come se avesse i carboni ardenti sotto al sedere.

 

Bobo si è fiondato sul coniglio esagitato, Giulia ha strappato la banana alla scimmia ed è corsa dietro al cane urlando, la scimmia urlava,  noi abbiamo visto l’albero ondeggiare e abbiamo urlato in coro, a mio fratello saranno fischiate le orecchie.

 

Ora è da smontare, abbiamo deciso che lo si fa domani mattina a Bobo fuori dai piedi, non ho voglia di litigare col cane che litiga con Maurizio, nei suoi confronti siamo tutti colpevoli, non gli abbiamo insegnato che è un cane, ha 15 anni e preferisco dargli un peluche da sventrare che sentirlo ululare disperato come un coyote che si è ficcato una spina nella zampa d’appoggio.

Ecco il Terminetor in una foto recente (settembre 2009, ultima sera al mare).

porto pino 2009 061.JPG

 

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