C’è una sola formazione che reputo degna rappresentante di chi la vota, il suo vertice è l’esatta copia della base, gretta, meschina, ottusa, razzista, analfabeta, ignorante e ora degna facente parte a pieno titolo della “società dei magniaccioni”
FRANCO STIVALI
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Ieri notte mi sono chiesta se non ero preda di una cattiva digestione, eppure ieri sera ho mangiato una mezza orata al sale e una abbondante macedonia, solo quando ci sono stati i titoli di coda di Ballarò ho versato un fondo di bicchiere di “conforto ad alta gradazione”, ne avevo bisogno, uno spettacolo così stomachevole, vomitevole, insulso, volgare quanto gli attori principali...ha solo una pietra di paragone, i loro deliranti raduni a Pontida dove il dito medio “dell’eroe” si stende e tra una bava e l’altra condite di rutti che solo loro capiscono, sputa l’invito a “pulirsi il culo con il Tricolore”.
Ma, il meglio del peggio lo ha dato la “classe dei pennivendoli”, rari i casi di analisi del soggetto e della sua tribù stile “Brancaleone alle crociate” e delle devastazioni mentali che ha generato in 20 anni di xenofobia, razzismo, insulti all’Italia, elogio all’ignoranza e accuse a “Roma ladrona” facendo dondolare il cappio.
Ieri sera ho assistito a “il sabba dell’orrido” e sulla catasta accesa è stata bruciata la ragione e la memoria dei loro trascorsi con la complicità dei pennivendoli.
Per chiudere in bellezza sono andata a dare una sbirciata a Il Fatto Quotidiano e mi imbatto in questo titolo
Umberto Bossi, un politico vero
...è stato troppo, ho ficcatola testa nel cestino della carta straccia e ho vomitato anche il latte materno.
Vomitavo e montava la rabbia, lo sconforto e la maledetta certezza che l’umanità, intesa come esseri pensanti, è solo una leggenda metropolitana, una generazione racchiusa tra la fine del fascismo, l’avvento della Repubblica e il ventennio del cretinismo che ha generato, per intenderci, dei soggetti alla
ho-riuscito-a-comprare.html
Me ne sono andata a dormire con una domanda
“Ma quanto è lunga la notte del sonno della ragione”?
Ho riesumato questo splendore di poesia di Peppino Impastato
Lunga è la notte e senza tempo.
Il cielo gonfio di pioggia
non consente agli occhi di vedere le stelle.
Non sarà il gelido vento a riportare la luce,
né il canto del gallo né il pianto di un bimbo.
Troppo lunga è la notte, senza tempo,infinita.
Giuseppe Impastato
Oggi ho tenuto spento e mi sono rifiutata di leggere i giornali, poi l’astinenza da notizie ha avuto la meglio e ho cominciato proprio da Il Fatto Quotidiano.
A quanto pare la ministra perennemente sull’orlo di una crisi di nervi che sfociano in lacrime parlamentari è un’altra che scopre come le cose relative al suo ministero avvengono a sua insaputa, ma su di lei ha scritto l’amica Dalle8alle5...
...non è il caso di scrivere, basta andarsi a leggere il suo post.
Tento di leggere “l’elogio” sul rutto padano, ma dopo il primo paragrafo rischio di restituire il pranzo, vado oltre e...con mia somma goduria mi imbatto in questo
Bossi è stato solo un politico cafone
di Ivano Marescotti
Incavolato quanto me e forse più di me, non le manda a dire all’autore “dell’elogio” e nemmeno a chi, solo in maniera soft ha remato contro.
Finalmente uno che ha restituito la monnezza con l’interesse, ha seguito il motto di Sandro Pertini
“a brigante...brigante e mezzo”
Pensavo di trovare una “campagna contro i rimborsi elettorali”, niente o quasi, stanno per sfilarci dalle tasche altri 500 milioni di euro per darli ai partiti, li levano agli “esodati”, ai cassaintegrati, ai pensionati sociali, ai servizi socio assistenziali, alle scuole pubbliche di ogni ordine e grado, partendo dagli asili nido...e nessun giornalista ne parla o quasi.
Tutti i quotidiani sono saturi della dynasty in salsa rancida padana, degli esploit dei rampolli, delle lacrime della badante, del complotto ai danni del popolo della “padanìa”, si sa, di questi tempi, un complotto è come la marca da bollo, non si nega a nessuno...mi è sorto un pensiero maligno
Non è che i pennivendoli evitano con cura di inimicarsi il “palazzo” a causa dei finanziamenti a pioggia che il “palazzo” elargisce a quella che ormai si può definire “stampa di regime”?
E non solo, non è che evitano con cura di generare un’altra crisi di nervi alla ministra del lavoro che potrebbe “vendicarsi” estendendo anche a loro la riforma sulle pensioni?
Già, nel caso vi fosse sfuggito, loro, i pennivendoli vanno in pensione con la vecchia metodologia, 57 anni di età e 35 anni di contributi.
E mentre il popolo Italico si chiude in tribù ideologiche che si strappano i capelli a difesa del proprio totem, perde di vista che proprio questa divisione sta permettendo la macellazione sociale.
Ma quello che mi stravolge è la cancellazione della memoria storica a breve e lungo termine, l’ieri è svanito, l’oggi è surreale e il domani...?
PAOLO LOMBARDI
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Non riesco ad accettare che la vita mentale sia morta, non riesco proprio
Il sole traccia trappole di luce, arabeschi di colori
le case dei guardiani della mente sono piene di valori
srotolando le parole
scoppiano frontiere di calore
mentre sui mondi di pellicola sostano tutte le navi
e sulle piazze del presente c'è il mercato degli schiavi.
Il tempo degli errori si è concluso e non mi sento di tornare
sotto le macerie del passato c'è ben poco da salvare
io che ho cercato di comprendere
io che ancora non mi voglio arrendere
io che ho creduto nelle favole e sono rimasto da solo
sono sicuro solamente che a sbagliare sono loro.
Nell'alba nata male ammalata di ricordi
di ciechi che volevano vedere, di cervelli nati sordi
sulle miserie stese al sole
lanciavano torrenti di parole
di discussioni interminabili, di libri messi al posto dei cannoni
e di giochi intellettuali senza senso e senza fine e condizioni.
Così che combattendo con discorsi troppo grandi da capire
avendo come pubblico quei pochi che potevano sentire
contrabbandando la ragione
hanno creato solo confusione
solo un passato da comprendere e adesso tutto è tutto da rifare
e l'unica speranza che rimane è che non debbano tornare.
La vita lentamente ha dipanato i suoi sentieri
confuso le mie strade con le altre, i domani con i ieri
io che ho cercato un altro tempo
io che sono sempre contro vento
io che non cerco di nascondermi e urlo davanti alla porta
rimango ferma qui a pensare che la vita non è morta.
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