Domenica 27 febbraio si terranno le primarie del pd per scegliere il candidato sindaco di Torino, mai come questa volta lo sfascio di veltroniana memoria ha messo in luce le tante anime della sinistra cittadina.
Voterò per la candidatura di Gianguido Passoni, con me una larga fetta degli amici di “malefatte nel sociale”.
Questa la locandina...
...e questa una breve presentazione del candidato
Gianguido Passoni - Sinistra Democratica 40 anni
Assessore al Bilancio della Giunta Chiamparino
Slogan: “Torino è un Bene Comune”
Un appello alla città che nasce da un progetto concreto e non direttamente dal nome del candidato:
Passoni si è messo a disposizione di “Torino Bene Comune”, cui ha collaborato negli ultimi mesi con i consiglieri di Sel Marco Grimaldi e Francesco Salinas, che ha portato alla definizione di cinque punti programmatici per rendere più moderna ed efficiente il capoluogo piemontese.
L’idea di base poggia sulla convinzione che Torino abbia bisogno di un ricambio generazionale e relazionale, che potrà avvenire solo con la partecipazione della cittadinanza all’individuazione dei problemi del territorio.
Zero tagli ai servizi per garantire le politiche sociali attuali, ma lotta all’evasione e alla criminalità sono le linee guida di un disegno che guarda alla difesa dell’ambiente, a un welfare aperto alle esigenze di giovani, coppie di fatto e single, all’integrazione, alla trasparenza e a un’alleanza tra centri di ricerca pubblici e privati e forze produttive.
Nel suo sito sono elencati i cinque punti del programma TORINO BENE COMUNE, niente è accentrato sul personalismo, ma tutto viene dalle richieste della gente, gente che ultimamente, nella corsa all’autocelebrazione, il candidato preferito da Chiamparino ha messo a margine, lui si piace, non si è chiesto se piace.
Mi ha irritata e non poco l’affermazione di Chiamparino che Fassino è conosciuto dal 95% dei Torinesi e quindi è il candidato ideale.
E no caro Compagno Sergio, se volevi essere politicamente banale come non lo sei mai stato...ci sei riuscito.
Facciamo un salto indietro nel tempo, quando non eri certo conosciuto dal 95% dei Torinesi, quando senza l’apporto agguerrito delle associazioni, non lo so se avresti vinto.
Dieci anni fa eravamo seduti al tavolo di un ristorante a programmare gli incontri del candidato sindaco Domenico Carpanini con la gente.
Carpanini, una vita dedicata alla politica, eravamo sicuri di farcela, l’avversario non era credibile (è lo stesso che dal pdl è passato a FLI strombazzando l’evento e nuovamente, strombazzando l’evento, è tornato nel pdl).
Seduti con me c’erano i vertici dello SDI Torinese di allora, Enrico Buemi, Gianluigi Bonino, l’ammazza studenti di Diritto Privato Enzo Ferrero e Sergio Beva che ancora credeva alle chiacchiere di Filippo Fiandrotti.
Domenico Carpanini si alzò e sintetizzò ancora una volta il suo programma, noi dovevamo portarlo a conoscenza della gente, impegno facile, Domenico era il vicesindaco ed era noto il suo amore viscerale per Torino e i Torinesi.
Ma Domenico non divenne sindaco, morì durante il primo faccia a faccia con Rosso e noi restammo come statue mute a piangere il Compagno morto e senza un sostituto.
Il nostro impegno facile divenne ostico, percorso ad ostacoli, riunioni decuplicate con i genitori dei ragazzi a illustrare il personaggio e il programma, volantinaggio nei mercati, Gianluigi Bonino a fare da portavoce e credo che io e Gianluigi ci siamo incontrati di più in tre mesi che in dieci anni, ma l’abbiamo spuntata, Chiamparino venne eletto.
Oggi ci risiamo, la stampa locale mette in luce solo due dei cinque candidati, il primo sponsorizzato dalla nomenclatura Romana, Marini si è scomodato in suo appoggio, il secondo fa il paio con Renzi e a me Renzi procura attacchi di orticaria, il terzo lo stimo e non poco ma ... è radicale e in questo momento i radicali sono amabili quanto un attacco di gastrite mentre sei a una manifestazione e mancano i servizi igienici.
Da due anni mi sono voltata e votata al ricambio generazionale in politica, ma il ricambio non deve essere solo anagrafico, deve essere di metodo, la politica deve tornare ad essere partecipe della vita quotidiana della gente e la gente deve tornare a dire la propria sui programmi politici.
Ecco perchè ho scelto
Visto che oggi abbiamo il blocco del traffico a causa delle polveri sottili (piove e nessuno ha pensato di revocare lo stop), mi rituffo nella lettura di un libro di cui parlerò ...“TERRONI”
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